UN LABORATORIO CULTURALE DIFFUSO. LA VIA ITALIANA PER IL METAVERSO 

Il Metaverso è un primo passo verso un mondo futuro – ma ormai imminente – dove le persone grazie alle esperienze virtuali potranno esplorare nuovi modi di percepire la realtà.

Il termine Metaverse fu utilizzato per la prima volta nel romanzo “Snow Crash” di Neal Stephenson per indicare un ambiente virtuale dove gli esseri umani, assumendo le sembianze di un avatar, possono condurre una vita immateriale parallela a quella reale.

Dopo essere rimasto a lungo confinato tra gli scaffali delle librerie, il Metaverso è riapparso nei tavoli strategici delle aziende big tech e ha dato vita, a seguito del rebranding di Facebook in Meta, a un hype mediatico che in pochi mesi lo ha portato all’attenzione del grande pubblico.

Nonostante il succedersi di interventi sui media, il Metaverso resta ancora una visione sfocata e ambivalente, dove convivono aspettative fiduciose e dichiarazioni di scetticismo.

A quest’analisi di Giovanni Verreschi all’interno della call di Letture Lente “Metaluoghi digitali”, si aggiunge la possibilità di provare il metaverso in prima persona con Meta Effect. Ospitata nella piattaforma Spatial.IO, è una mostra d’arte a tema creatività e Intelligenza Artificiale che riunisce in un dialogo visivo e concettuale opere realizzate da artisti in carne ed ossa e opere realizzate dall’AI, per mettere in campo interrogativi di scottante attualità sul rapporto tra uomo e macchina e promuoverne il dibattito.

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