TRE PODCAST CHE INDAGANO LA VIOLENZA DI GENERE

Da un articolo su La Svolta

La mia parte, Chora Media e Action Aid, Leila Belhadj Mohamed

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“I giovani non sono buoni a nulla”, “Escono e bevono troppo”, “Questi ragazzi si avvicinano al sesso sempre prima”, “Scrivono e parlano in modo imbarazzante”. Anche queste sono forme di violenza. Dire a un adolescente di non essere buono a nulla, mentre sta cercando di capire un mondo incomprensibile, può avere delle conseguenze pesanti e, soprattutto, è violenza. Accusare una persona di aver scoperto la sessualità in modo troppo prematuro, è violenza. Criticare e condannare soltanto perché comprendere sarebbe troppo difficile, è violenza.

Action Aid in questo podcast in collaborazione con Chora Media, combatte i luoghi comuni che quotidianamente svalutano i giovani, e lo fa nel modo più naturale possibile: parlando con loro.

La seconda stagione de “La mia parte” è un appuntamento di 4 puntate fatto di testimonianze di giovani attiviste e attivisti, per capire realmente cosa pensano i ragazzi e le ragazze della politica, del cambiamento climatico, del femminismo, delle disparità di genere e della lotta all’omobilesbotransfobia. E forse è anche l’occasione per scoprire che quel “Chissà dove andremo a finire” è proprio ciò che stanno combattendo.

Voci contro la violenza, Podcastory, Ilaria Maria Dondi, Arianna Chieli, Giulia Fidilio, Alessandra Kustermann, Anna Vagli, Maria Elena Viola

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Da uno schiaffo ricevuto dal partner perché «scusa, ma sono molto stressato, però anche tu…», alla manipolazione psicologica, fino all’impedimento di avere una vita al di fuori di lui. Queste sono violenze che tutti conosciamo e di cui ancora, chissà per quale motivo, se ne accetta l’esistenza. Ma la violenza è anche la costrizione di affrontare il parto e i giorni successivi da solaViolenza è il datore di lavoro che fa battute sessiste o che parla di sé alludendo ad altro.

Le violenze sono, poi, tutti quegli stereotipi che limitano le ispirazioni e le potenzialità di una donna.

Sì, perché è vero che il femminicidio è la forma più ignobile. Ma non è l’unica. O forse, è l’arrivo. Per questo è necessario eliminare la partenza. E così, 6 professioniste, tra giornaliste, attiviste e criminologhe, donano la loro voce in questo podcast che si pone l’obiettivo di promuovere la cultura e il dialogo, al fine di costruire una società oltre gli stereotipi, i pregiudizi e i luoghi comuni in merito ai ruoli, ai diritti e ai doveri delle donne e degli uomini.

C’è chi affronta il tema della violenza ostetrica, chi la mercificazione consumistica del corpo femminile nei media, chi la violenza economica e chi, poi si sofferma sugli stereotipi e sull’importanza delle parole. 6 episodi per parlare di tutte quelle forme di violenza sulle donne possibili, e spesso non viste.

Le lenti del pregiudizio, Katia Caravello

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Anche il pregiudizio è una violenza dal costo molto caro. E di solito a pagarlo sono sempre le stesse persone, sia socialmente sia individualmente. Può avvenire in tanti modi: con la depressione, la sfiducia di sé, la sensazione di umiliazione e i sensi di colpa, che possono arrivare anche a far credere che, forse, è davvero così. D’altronde, se lo dicono tutti.

Questo format fa luce sugli stereotipi di genere, ma non solo. Evidenzia quelli economici, sociali, fisici che quotidianamente deformano la realtà e che, in un modo o nell’altro, si continuano ad accettare. Nelle puntate si alternano concetti come il benessere psicologico e la salute mentale; la tossicodipendenza e le dipendenze patologiche; la disabilità, le minoranze sia etniche che religiose e gli orientamenti sessuali; fino alle 4 puntate speciali in cui Caravello affronta il tema della liberazione della violenza di genere da diversi punti di vista

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