TERZO SETTORE, IL MANCATO COMPLETAMENTO DELLA RIFORMA METTE A RISCHIO MIGLIAIA DI ENTI

Su Vita, la portavoce Vanessa Pallucchi: “Va assolutamente completata l’attuazione della legge sul Terzo settore a partire dall’aggiornamento delle norme fiscali. Non chiediamo privilegi né trattamenti di favore, ma regole stabili, quantomeno non vessatorie e non peggiorative della situazione attuale. La situazione è ormai insostenibile e richiede un deciso intervento politico”

Se la riforma del Terzo settore non sarà completata, con l’approvazione di una norma fiscale chiara e non punitiva, si rischia la scomparsa di molte esperienze di impegno civico, in specie le più piccole e quelle che operano nelle aree più difficili del Paese. È l’allarme lanciato al governo dal Forum del Terzo Settore, a nome delle oltre 360mila organizzazioni non profit italiane.

“Sono cinque anni – scrive il Forum – che attendiamo il completamento della riforma del Terzo settore con la definizione del quadro fiscale e quindi il vaglio della Commissione Europea. La norma è stata all’ordine del giorno dell’attuale Parlamento per ben due volte, senza però essere discussa”.

Gli enti di Terzo settore sono chiamati ai nuovi adempimenti previsti dal registro unico nazionale che prevede, tra l’altro, forme di controllo e requisiti di trasparenza ancora più stringenti. E tuttavia si trovano in una situazione paradossale perché non sanno ancora a quali norme fiscali saranno assoggettati. Questo è particolarmente grave per le associazioni di promozione sociale e di volontariato che rappresentano la parte più cospicua del Terzo settore italiano.

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