TERZO SETTORE, IL FISCO AMICO SI CONFRONTA SUL MERCATO

L’articolo di Gabriele Sepio, Segretario Generale di Terzjus.

Fiscalità degli enti del terzo settore (ETS) in attesa del vaglio Ue. Quali le richieste dell’Italia e come cambierà lo scenario fiscale degli enti dopo l’autorizzazione della Commissione europea che darà il via libera ad importanti misure introdotte dalla riforma del terzo settore. L’elenco delle norme tributarie al momento “sospese” è piuttosto ampio e si va dalle disposizioni che prevedono un trattamento fiscale agevolato per le imprese sociali ai regimi forfettari previsti per le entrate commerciali degli ETS, fino alla finanza sociale e all’allineamento IVA per alcune attività di interesse generale (attività socio sanitaria e formazione professionale, case di riposo). L’Europa ha già dimostrato proprio su questo tema di voler incentivare l’azione dei singoli Paesi finalizzata ad introdurre regimi giuridici e tributari uniformi per gli enti dell’economia sociale attribuendo alla stessa un ruolo fondamentale nella crescita economica sostenibile e nel rafforzamento dei sistemi di protezione della persona (in questo senso, da ultimo, l’action plan della Commissione UE del dicembre 2021).

Uno degli ostacoli da sempre indicati dalla Commissione europea per il pieno sviluppo dell’economia sociale è, proprio, la mancanza di un quadro normativo chiaro e organico. In questo schema si inserisce la richiesta dell’Italia al fine di valutare la coerenza delle misure fiscali agevolative della riforma del terzo settore con le regole che disciplinano gli aiuti di stato.

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