TERZO SETTORE E GOVERNO, LE PARTITE CHE NON POSSIAMO LASCIARE IN SOSPESO

Quali sono le partite che riguardano il non profit e che non possiamo permetterci di lasciare ancora in sospeso in questi ultimi giorni di attività parlamentare e di Governo, prima dell’avvio della fase elettorale? Dai correttivi fiscali previsti nel decreto semplificazioni alla definitiva richiesta di autorizzazione alla Commissione europea, ecco i punti su cui la fine del Governo Draghi non può arrestare il cammino del Terzo settore.

Non fermiamo il cammino del Terzo settore. Nello scenario politico che si va delineando, restano diverse cose che non possiamo permetterci di lasciare in sospeso in questi ultimi giorni di attività parlamentare e di Governo prima dell’avvio della fase elettorale. Per migliaia di enti del Terzo settore, specie in questo momento storico, è di fondamentale importanza concludere l’iter della riforma e consentire l’operatività degli strumenti e delle opportunità per le quali già dal 2016 sono state stanziate risorse ancora in massima parte non utilizzate.

Dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale nei giorni scorsi del Decreto che dà finalmente il via libera al social bonus e delle linee guida sulla raccolta fondi, è indispensabile concludere l’iter di approvazione del pacchetto di modifiche ai decreti di riforma del Terzo settore proposto all’art. 26 del DL semplificazioni (DL 73 del 2022, passato in prima lettura alla Camera dei Deputati). Si tratta di un passaggio importante frutto di un intenso lavoro di concerto tra ministero del Lavoro, ministero dell’Economia e finanze e Forum del Terzo settore e che introduce alcune semplificazioni e correttivi alle disposizioni fiscali e non solo. L’importanza dell’approvazione delle modifiche in questione è cruciale anche per l’avvio della richiesta definitiva di autorizzazione alla Commissione europea con la quale è stato avviato un confronto per ottenere il via libera alle misure fiscali.

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