SUSSIDIARIETÀ, ORA SI PUÒ

Di Luigi Bobba

Due interventi – uno di tipo giurisprudenziale, l’altro di carattere normativo – hanno impresso una svolta importante circa l’interpretazione e l’applicazione degli articoli 55 e 56 del Codice del Terzo settore (CTS). Una sentenza della Corte e un emendamento al decreto “Semplificazioni” rendono finalmente possibile una vera sussidiarietà. Ora la sfida è alla Pubblica amministrazione e al Terzo settore.

I due articoli rappresentano ,all’interno del CTS, un’innovazione particolarmente significativa in quanto introducono gli istituti della c.d. “Amministrazione condivisa”, mediante la quale si dà piena applicazione al principio di sussidiarieta’ orizzontale. Principio inserito per la prima volta nella Carta costituzionale con la riforma del 2001 (art.118). L’ultimo comma di tale articolo prevede, in modo limpido e inequivocabile, che le diverse articolazioni delle Stato “favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, nello svolgimento di attivita’ di interesse generale, secondo il principio di sussidiarietà”.

Ebbene, prima la sentenza della Corte costituzionale numero 131 del giugno 2020 (relatore il professor Antonini, nella foto al momento del giuramento, presidente Marta Cartabia) e poi un emendamento introdotto nella conversione in legge del decreto “Semplificazioni”, hanno ribaltato un’interpretazione particolarmente restrittiva del Consiglio di Stato (parere 2052/2018) circa gli articoli 55 e 56 del CTS.

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