STORIE DI WELFARE CULTURALE

Dalle visite ai musei, alle opere artistiche che alleviano le persone affette da Alzheimer e i loro familiari: il viaggio di VITA attraverso le esperienze più rilevanti in cui un ambiente culturale è utilizzato per il benessere di chi soffre una patologia

Un modello multidisciplinare che studia e valorizza il rapporto tra cultura e salute, con l’obiettivo di promuovere l’effetto positivo della cultura e dell’arte sul benessere individuale e collettivo in una prospettiva di equità sociale e sviluppo sostenibile. Si chiama welfare culturale ed è un modello a cui nel 2019 l’Organizzazione mondiale della Sanità – Oms aveva riconosciuto un valore complementare dei percorsi terapeutici tradizionali, di supporto alla relazione medico-paziente, alla relazione di cura, anche e soprattutto per i carer non professionali: un modello capace di mitigare e ritardare alcune condizioni degenerative, come demenze e morbo di Parkinson. Già però nel 2018 con la Nuova Agenda Europea della Cultura, la Commissione Europea aveva introdotto un principio fortemente innovativo, indicando come pilastri delle politiche delle prossime decadi i cosiddetti crossover culturali, ovvero la necessità di creare o rafforzare relazioni di sistema tra la cultura e altri ambiti, tra cui la salute, per affrontare le nuove sfide sociali.

Inizia da questi due pilastri, il viaggio di VITA alla scoperta del welfare culturale e di quelle specifiche attività culturali, artistiche e creative italiane (con uno sguardo rivolto anche alle esperienze europee) che si pongono come fattore di promozione della salute, di benessere soggettivo e di soddisfazione per la vita (in forza dei loro aspetti relazionali, di potenziamento delle risorse e della capacità di apprendimento).

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