SPERIMENTARE SENZA VALUTARE 

Due importanti sperimentazioni nazionali in avvio l’anno prossimo, una nel campo delle disabilità, l’altra della non autosufficienza – esito di due lunghi processi di riforma – non prevedono un’azione di valutazione. Senza una valutazione puntuale degli effetti prodotti, e dei processi attraverso i quali saranno raggiunti, sperimentare perde molta della sua utilità, della sua funzione cardine: apprendere per il futuro

L’articolo completo di Sergio Pasquinelli su Welforum.it

Si tratta nel primo caso dei “progetti di vita” delle persone con disabilità. La sperimentazione avverrà in nove province, seguendo quanto stabilito dal decreto legislativo 62/2024 e da quanto verrà precisato in un ulteriore atto, annunciato per i prossimi mesi. Il decreto si concentra diffusamente sui nuovi meccanismi di accertamento dell’invalidità civile, mentre sui progetti di vita propone una sorta di indice con indicazioni molto ampie, così come sul budget di progetto: termine quest’ultimo che si presta a declinazioni le più svariate. Senza ulteriori elementi, una sperimentazione rischia di generare esiti incomparabilmente diversi tra loro.

Essa durerà solo un anno (un periodo molto breve, considerando che alcuni mesi ci vorranno solo per identificare e coinvolgere i beneficiari) e avrà luogo nelle province di Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste. Verrà sostenuta con le risorse del nuovo “Fondo per l’implementazione dei progetti di vita” pari a 25 milioni di euro annui a partire dal 2025.

Nel secondo caso la sperimentazione riguarda l’indennità di accompagnamento (d. lgs. 29/20241), la quale non è stata riformata, come prevedeva la legge delega (33/2023), ma maggiorata di una cifra fissa, un “assegno di assistenza” di 850 euro al mese, vincolato all’uso di servizi domiciliari, per un periodo sperimentale di due anni, 2025 e 2026, e per una platea molto ristretta: ultraottantenni poveri, in condizioni di salute gravissime. Qui le risorse allocate sono maggiori, per una sperimentazione che riguarda tutto il Paese. Con 250 milioni per ciascun anno di sperimentazione, la misura interesserà circa 25.000 anziani.

Le ragioni di un serio progetto di valutazione, in entrambi i casi, sono evidenti, riassumibili in una domanda: quali apprendimenti possiamo trarre dalla fase sperimentale, per ciò che accadrà dopo? E ancora, parafrasando Alberto Martini e Ugo Trivellato, i fondi stanziati saranno soldi ben spesi?