I numeri dei dottorati crescono, con valori in alcuni casi vertiginosi (Pavia IUSS e Campus Biomedico hanno visto aumentare gli accessi del +595% e +465% dall’a.a. 2015/16), ma, come mostra un’analisi su dati proprietari Talents Venture e dati AlmaLaurea, il sistema presenta alcune criticità:
- un quarto dei neo-dottori di ricerca, potendo tornare indietro, sceglierebbe di fare il dottorato all’estero o di non farlo affatto;
- il dottorato è una strada ancora a vocazione prettamente accademica. Tra chi consegue il titolo, in pochi sono interessati a carriere non collegate alla ricerca (eccezioni notevoli sono Cassino e Bari Politecnico, in cui vi è una maggior propensione a carriere nel settore pubblico o privato);
- guardando a chi ottiene il titolo, in troppi casi il salario ottenuto nell’ingresso nel mercato del lavoro non premia l’investimento fatto.
Negli ultimi anni sono state adottate rilevanti iniziative a sostegno dei percorsi di dottorato, ma su alcune condizioni di contorno occorre lavorare affinché il PhD sia un percorso attraente per gli studenti più brillanti delle lauree magistrali e dia un valore segnaletico efficace alle aziende. Di questi temi si è parlato nella seconda release di Discovery 2023 dal titolo “Dottorati di ricerca – Numeri in crescita. Ma siamo pronti?”.
I risultati verranno mostrati in un webinar organizzato da Talents Venture, il 19 maggio alle 11.