RAPPORTO CENSIS, COME RISVEGLIARE IL PAESE DEI SONNAMBULI

Un paese che invecchia sempre più, un Paese di “sonnambuli” che restano inermi davanti ai presagi e in cui si fanno strada paure 360 gradi: dal tracollo economico, all’ambiente alla guerra mondiale. È una fotografia preoccupante e inquietante per l’Italia quella scattata dal 57esimo rapporto del Censis dove al centro c’è il peso del calo demografico (nel 2050 l’Italia avrà perso complessivamente 4,5 milioni di residenti e la flessione demografica sarà il risultato di una diminuzione di 9,1 milioni di persone con meno di 65 anni e di un aumento di 4,6 milioni di over 65). Cambiamenti che modificano anche i desideri della popolazione che non è più alla conquista dell’agiatezza, ma alla spasmodica ricerca di uno spicchio di benessere (il 94% rivaluta la felicità che deriva dalle piccole cose di ogni giorno come il tempo libero, gli hobby e oltre l’80% è molto attento alle relazioni personali).

Dati che ci confermano che le transizioni non sono neutre, perché toccano le persone le loro vite e non solo il Pil di un Paese e guardando la fotografia di questo Paese le note di ottimismo non son tante, ma non possiamo perdere la speranza e neppure “appaltarla” o esternalizzarla a leggi o alla tecnica. La speranza, come diceva Cicely Saunders «è fatta di cose che hanno bisogno di qualcuno che le faccia accadere». Un messaggio chiaro che rappresenta, l’augurio più vero che possiamo farci: far accadere ciò che desideriamo.  “Far accadere” mette in campo il soggetto nella sua integralità come portatore di bisogni e come “struttura di desiderio”.

Una tensione tutt’altro che astratta e che possiamo toccare con mano nella domanda di senso delle nuove generazioni, nella domanda di qualità della cura delle famiglie nella domanda di riconoscimento delle comunità spesso dimenticate. Spinte queste che ci segnalano bisogni insoddisfatti ma anche aspirazioni e risorse non comprese: due tratti che non possiamo più separare.

L’articolo di Paolo Venturi su Vita