POLITICHE CLIMATICHE CHE TENGANO CONTO DEGLI IMPATTI CLIMATICI EVITATI POSSONO PROMUOVERE L’UGUAGLIANZA ECONOMICA 

La maggioranza della popolazione mondiale, in particolare le famiglie a basso reddito, potrebbe beneficiare economicamente delle politiche climatiche già entro il 2030, se ben attuate. Uno studio del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) appena pubblicato sulla nuova rivista open access Cell Reports Sustainability fa luce sull’impatto delle politiche climatiche sulla disuguaglianza globale e suggerisce come promuovere l’uguaglianza economica mentre si agisce per il clima

Le politiche climatiche e la disuguaglianza globale risultano fortemente interconnesse. Lo studio rileva che le prime, se attuate in modo isolato, possono aggravare la seconda. Tuttavia, l’introduzione di un “dividendo climatico” o la ridistribuzione dei proventi ricavati dalla tassazione delle emissioni di carbonio ai cittadini possono compensare questo aumento della disuguaglianza, portando in ultima analisi a una sua riduzione a livello globale.

La ricerca analizza in particolare i costi di mitigazione e degli impatti dei cambiamenti climatici e degli schemi di ridistribuzione e dimostra che politiche climatiche ben progettate, inclusa una carbon tax globale e schemi di ridistribuzione, possono portare a risultati progressivi: le fasce di popolazione a basso reddito beneficerebbero maggiormente degli impatti climatici evitati e delle ridistribuzioni mirate.

Le implicazioni distributive sono molto importanti anche per l’accettazione sociale e il sostegno alle politiche climatiche. La ricerca analizza i vincitori e i perdenti delle politiche climatiche, considerando gli impatti economici nei diversi Paesi e gruppi di reddito e rivela che, entro la metà del secolo, la maggior parte della popolazione globale (58%), in particolare le famiglie a basso reddito, potrà beneficiare di politiche climatiche ben attuate già entro il 2030.

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