PERIFERIACAPITALE

Stefania Mancini, Consigliere delegato della Fondazione Charlemagne, spiega il senso del progetto “periferiacapitale”.

Da sempre nel cuore di molti e da sempre invocata negli scritti moderni e contemporanei, Roma è stata ed è oggetto di pensieri, attenzioni e speranze come se oltre la città, oltre la chiave urbanistica, sociale, economica, sociologica, ci si rivolgesse alla sua anima.
Un’anima da aiutare, da colmare da proteggere, al di là delle incursioni, delle avventure di cemento, di piani spregiudicati, delle ambizioni talvolta azzardate di alternanze amministrative che ne hanno sommerso e stratificato nel tempo i problemi.
L’amministrazione a lei rivolta la ha sempre considerata come mera città, eppure ad essa pensiamo sia possibile rivolgersi usando il plurale, perché le circoscrizioni, i municipi e via via tutti i complessi abitativi, rappresentano spesso mondi a sé stanti, la cui densità abitativa supera di gran lunga la media abitativa di molte città italiane.
La sua estensione periferica e le sfidanti difficoltà che ne ostacolano la vita quotidiana, la mancanza di uno sguardo attento, tendono a nasconderne e a soffocare nonché a ostacolare, i cuori propulsivi delle sue periferie, composti da persone, associazioni, centri sociali, cooperative, che ogni giorno si impegnano per il proprio territorio.
Periferiacapitale,  è un cammino che la Fondazione Charlemagne vuole dedicare alle persone che abitano la città di Roma. La consapevolezza della responsabilità dell’esser fondazione non prescinde dall’assunzione, necessaria, di rischio nel proprio operato; agire nel rischio, guardare oltre, permette di elaborare un approccio filantropico non tradizionale, e quindi sperimentare e intervenire in molte aree e contesti spesso negletti ad altri finanziatori, e nel tempo imparare dalle nascoste potenzialità, inchinarsi alle forze della resilienza e anche, e al tempo stesso, poter contribuire a disinnescare linguaggi obsoleti.

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