PENE PIÙ DURE PER LE ECO-PROTESTE. GLI ATTIVISTI SI CHIEDONO: “È ANCORA POSSIBILE DISSENTIRE?” 

Con 138 voti a favore, 92 contrari e 10 astenuti, a gennaio la Camera ha approvato il via libera definitivo al testo di legge che punisce danneggiamento, distruzione e deturpamento, oltre all’imbrattamento, dei beni culturali e paesaggistici con multe sempre più salate.

Da parte dei gruppi di attivisti ovviamente in queste ore si intensifica il ragionamento sulle azioni future. Gruppi come Ultima Generazione hanno sempre continuato con l’eco proteste ma non sarà facile – nonostante fondi e sostegno dei cittadini tramite raccolte – poter coprire sempre le spese legali.

Sul tema di recente ha ragionato anche Xr Italia che in un incontro a Torino ha parlato anche della preoccupazione per il «sempre più frequente ricorso da parte delle Questure a misure di prevenzione del codice antimafia (come il foglio di via o l’avviso orale) in risposta alle manifestazioni di protesta di diversi movimenti e collettivi italiani. Misure che costituiscono una limitazione del diritto di spostamento e di manifestazione in città diverse da quella di residenza, impattando fortemente sulla vita di chi ne è oggetto».

Tra i fogli di via, la repressione e ora le nuove pene più severe per chi imbratta i monumenti in nome del clima da Extinction Rebellion si pongono infine una domanda “è ancora possibile dissentire in questo paese?”.

L’articolo di Giacomo Talignani su La Svolta.it