PARTE GENERAZIONE CHANGEMAKER

Ci siamo mai messi in ascolto delle nuove generazioni? Per questo nasce il progetto di Ashoka Italia, partner di Assifero, che mira a incentivare il protagonismo giovanile e a costituire una comunità di ragazze e di ragazzi che siano promotori del cambiamento sociale. Ne parla Federico Mento, direttore Ashoka Italia, su Vita.it

Viviamo in un tempo distopico. Le grandi promesse di cambiamento sociale che hanno infiammato il ‘900 sono ridotte a luci tenui ed intermittenti. La “profezia” di Beck sulla società del rischio sembra essersi avverata a seguito della pandemia. Il passato ha perduto la capacità di alimentare il futuro, come se il dialogo tra le generazioni non funzionasse più da tempo. Il mondo dell’adultità è alla ricerca di un nuovo equilibrio tra autorità ed autorevolezza, difettando però sia nella prima che nella seconda. Non ci resta, dunque, che attribuire le responsabilità del mancato dialogo all’altra parte, alla nuova generazione, creando così un’efficace narrazione di comodo capace di rassicurare ed auto-assolvere gli adulti. Sono i giovani ad essere, secondo questa narrazione, disinteressati, disingannati, disillusi, non è casuale che le inchieste sugli Zoomers attingano a piene mani al prefisso “dis” per qualificarli negativamente, rovesciando “le virtù” che hanno contraddistinto la generazione precedente.

Non riesco a non pensare al mito di Crono, gli adulti che divorano simbolicamente la generazione più giovane, deprivadola della propria soggettività. Secondo questa narrazione, i problemi della scuola dipendono dal disinteresse dei giovani e non da un’offerta didattica che nel tempo ha perduto il piacere per e nell’apprendimento. Le distorsioni nel mercato del lavoro sono determinate dall’approccio “choosy” – per utilizzare la parole dell’allora Ministro Fornero – e non da condizioni salariali mortificanti, da stage non retribuiti e dalla bizzarra idea di una “gavetta” decennale. Il basso livello di partecipazione alla vita pubblica dipende dall’essere disconnessi ed autocentrati e non da un’offerta politica povera ed obsoleta.

Ci siamo mai messi in ascolto delle nuove generazioni?

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