NON AUTOSUFFICIENZA: UNA RIFORMA IN FIERI? 

Il commento di Cristiano Gori, consulente scientifico di Welforum.it nonché coordinatore del “Patto per un nuovo welfare per la non autosufficienza”, un’ampia coalizione sociale che raggruppa sessanta realtà associative, una valutazione complessiva sull’esito della riforma sulla non autosufficienza (decreto legislativo 29/2024). Il dialogo ha consentito di affrontare elementi relativi al percorso decisionale che hanno accompagnato il processo di riforma negli ultimi due anni, per giungere a un risultato finale che molti giudicano deludente, comunque inferiore alle aspettative 

Perché il Patto parla di riforma rinviata?  

Attesa da un quarto di secolo, la prima riforma nazionale dell’assistenza agli anziani avrebbe dovuto prevedere il complessivo riordino del settore. Con questo scopo, nel 2021, avevamo proposto di inserirla nel PNRR, come poi effettivamente accadde. La Legge Delega (33/2023), contenente i criteri generali per la definizione della riforma, disegnava in effetti un progetto di innovazione completo e condivisibile. Invece, il recente Decreto Attuativo (29/2024), in teoria chiamato a tradurre i criteri della Delega in indicazioni operative, li ha seguiti in modo molto parziale e ha nettamente ridimensionato lo sforzo trasformativo. 

Ecco, allora, il paradosso della riforma: approvata in via definitiva, sul piano formale, e rinviata a tempi migliori, su quello sostanziale. Si potrebbe dire che la riforma è stata introdotta nel 2023 (approvazione della Legge Delega) e rinviata nel 2024 (approvazione del Decreto attuativo).

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