MOLESTIE ED ABUSI NEL MONDO DELLA PUBBLICITÀ E DELLA COMUNICAZIONE: È CRISI DI REPUTAZIONE? 

Nel complesso universo della moderna comunicazione pare emergere una contraddizione: da un lato, la diffusione di narrazioni positive e inclusive, dall’altro un’innegabile dominanza maschile, connotata da rivalità accese e tossiche e tracce di mentalità sessista, spesso – peraltro – negata o minimizzata da chi ne è protagonista. Se in passato l’attenzione si è focalizzata sulla rappresentazione femminile nelle campagne pubblicitarie, oggi – ci raccontano le cronache – molti addetti del settore si trovano immersi in un ambiente dove commenti inappropriati e stress lavorativo sono considerati il costo da sostenere per lavorare nelle rinomate agenzie del settore.

Il fenomeno è salito alla ribalta grazie ad una scoperta shock riguardante l’agenzia We Are Social: una chat sessista, frequentata da numerosi dipendenti maschi, che è diventata il fulcro delle preoccupazioni riguardo a comportamenti inappropriati e molesti: oltre ottanta partecipanti impegnati quotidianamente ad esprimere commenti volgari, pesantemente sessisti e degradanti sulle loro colleghe.

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