LE RISORSE PER LA COOPERAZIONE ALLA PROVA DEL GOVERNO MELONI

Da molti anni l’Italia, come gli altri paesi del comitato aiuto allo sviluppo (Dac) dell’Ocse, si è assunta l’impegno di destinare lo 0,7% del proprio reddito nazionale lordo (Rnl) in aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) entro il 2030. Una data che ormai appare sempre più vicina.

Dopo una crescita culminata nel 2017, quando per la prima volta ha toccato quota 0,30% Aps/Rnl, gli anni successivi hanno visto un crollo delle risorse italiane nel settore. Questa dinamica si è però interrotta nel 2021 e la crescita è proseguita anche l’anno successivo portando l’Aps al record dello 0,32% rispetto all’Rnl.

Le risorse per la cooperazione nelle ultime tre leggi di bilancio

Per comprendere a pieno questa fase però occorre guardare più a fondo le componenti dell’aiuto italiano. Infatti se da un lato è evidente che il periodo 2018-2020 non sia stato segnato da investimenti in questo settore, dall’altro risulta chiaro che a determinare i volumi complessivi dell’Aps ha ampiamente contribuito una voce tutto sommato estranea alla politica di cooperazione allo sviluppo.

Leggi l’articolo completo su OpenPolis