L’APPLICAZIONE DELLA 231/2001 NEL TERZO SETTORE: NOTE INTRODUTTIVE

Il decreto legislativo 231/2001 (d. lgs 231) “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica” ha introdotto la responsabilità amministrativa in sede penale per enti economici (imprese, cooperative e associazioni, ecc.) nel caso in cui un soggetto, facente parte della struttura aziendale, commetta un reato nell’interesse o a vantaggio dell’organizzazione. Tale evenienza non solo comporta la responsabilità personale di chi ha commesso il reato, ma espone l’organizzazione ad una specifica responsabilità amministrativa che può comportare anche pesanti sanzioni – sia amministrative che penali – per l’organizzazione stessa.

L’articolo completo di Graziano Maino e Maria Giovanna Salaris su Percorsi di Secondo Welfare: leggilo qui

Per prevenire il rischio che vengano commessi reati e tutelare l’organizzazione dalle conseguenze amministrative e/o penali, il decreto legislativo 231/22001 chiede che l’organizzazione adotti un Modello Organizzativo 231 quale sistema di prevenzione e gestione. Il Modello 231 è un insieme di procedure che assicura comportamenti corretti  rispettosi delle leggi nella gestione delle scelte e nell’operatività organizzativa. Il decreto 231 chiede inoltre che venga nominato un Organismo di vigilanza (OdV) indipendenti con funzioni di controllo e supporto.

Nella sostanza, l’adozione del Modello Organizzativo 231 aiuta le organizzazioni a:

  • promuovere la legalità nel mercato e nei rapporti con la pubblica amministrazione;
  • tutelare l’organizzazione e i suoi interlocutori;
  • diffondere, nelle organizzazioni, l’attenzione alla responsabilità organizzativa, operativa e professionale;
  • prevenire rischi in ambito legale e condividere la responsabilità in quanto sistema produttivo;
  • consolidare il funzionamento organizzativo e la collaborazione con altre organizzazioni;
  • ottemperare alle disposizioni introdotte dalle norme regionali;
  • prevenire la commissione di illeciti o reati;
  • sanzionare comportamenti illeciti.

Tutto ciò senza inibire la capacità operativa dell’organizzazione, ma assicurando e migliorando il suo impatto positivo nell’economia e nella società.

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