“LA RIVOLUZIONE IN IRAN È VIVA, LA SOCIETÀ NON TORNERÀ INDIETRO”. INTERVISTA A NASRIN PARSA 

Sociologa, regista e giornalista, Nasrin Parsa vive a Berlino da molti anni, e da sempre si batte per la libertà delle donne e in sostegno della rivoluzione in Iran. Il 16 settembre, a Roma, in occasione dell’anniversario dell’omicidio di Mahsa Jina Amini e dell’inizio delle proteste nel suo Paese, è intervenuta come relatrice al seminario “A un anno dall’assassinio di Stato di Mahsa Jina Amini”. Qui un’intervista

Un anno fa, le donne iraniane hanno dato vita a una rivoluzione radicale riuscendo a raccogliere attorno a “Donna, vita, libertà” un’ampia fetta di popolazione anche maschile, specialmente fra i giovani. La società si è risvegliata, come già in passato, e questa volta lo ha fatto ponendo al centro le donne. A un anno di distanza, che genere di prospettiva possiede la rivoluzione in Iran? È più forte o più debole di un anno fa, dopo la repressione feroce che sta subendo?

La rivoluzione continua ed è forte. Gli studenti dell’Università delle Arti, rivolgendosi ai pasdaran scrivono: “C’è un mare di sangue tra noi e voi, è quasi un anno ormai. Non abbiamo niente da dirvi se non la parola “no”. Sottolineiamo ancora una volta che non si può tornare indietro. Siamo mano nella mano per la libertà.” Gli arresti quotidiani e le incursioni nelle case degli oppositori sono ancora intensi e il regime militare controlla, arresta e imprigiona le persone. E questo, se vogliamo, è un segno drammatico di quando sia forte, e in corso, la lotta per la libertà. Non sono riusciti a spegnerla.

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