LA FORMAZIONE ONLINE FAVORIRÀ UN EQUO ACCESSO ALL’ISTRUZIONE? 

L’educazione online potrebbe rafforzare la qualità, l’efficienza e l’equità dei sistemi scolastici, ma solo se adeguatamente implementata. In caso contrario si rafforzerà il digital divide, la disparità esistente tra chi ha accesso a internet e ai dispositivi tecnologici e chi, per motivi diversi, e di conseguenza si amplieranno anche i divari educativi.

Un terzo della popolazione mondiale, 2,6 miliardi di persone, continua a non avere accesso a internet, come riporta l’Unione internazionale delle telecomunicazioni, l’agenza specializzata delle Nazioni unite. Sebbene negli anni si registrino dei progressi, in particolare nei Paesi del Sud globale, non sono sufficienti per garantire la connessione universale entro il 2030.

È necessario prendere in considerazione anche la qualità e la velocità della connessione. La mancanza di infrastrutture veloci, infatti, potrebbe rendere impossibile la fruizione di corsi online sempre più complessi e innovativi. In Italia, ad esempio, la diffusione della banda ultra larga, che permette il rapido invio di dati, presenta accentuate disuguaglianze territoriali. Come riporta il report “I divari territoriali nel Pnrr: dieci obiettivi per il Mezzogiorno” pubblicato dall’Istat, nel 2020, a livello nazionale, il 77,8% delle famiglie dichiarava di avere accesso a una connessione a banda larga, percentuale che si attesa al 72,8% nel Sud e al 72% nelle isole.

Al fine di rendere l’educazione online realmente accessibile sarà fondamentale assicurare lo sviluppo di competenze digitali adeguate, una sfida non banale se si pensa che, secondo l’Unione internazionale delle telecomunicazioni, nel 2018 una persona su tre non possedeva nemmeno competenze di base digitali.

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