INCENTIVI RIPARTITI AMMESSI NELLE COMUNITÀ ENTI DEL TERZO SETTORE 

Le comunità energetiche sono una delle grandi novità del momento. Una opportunità da cogliere per valorizzare il consumo di energia e la funzione sociale delle comunità ispirate alla sostenibilità. 

La comunità energetica può assumere la qualifica di ente del terzo settore cogliendo non pochi vantaggi.  Una soluzione in linea con il codice. Infatti tra le attività di interesse generale rientrano i servizi finalizzati all’accumulo, alla produzione e alla condivisione di energia da fonti rinnovabili. 

Sul piano fiscale il quadro è incoraggiante. Le tariffe premio e la restituzione delle componenti tariffarie ai partecipanti non assumono rilevanza ai fini IRES. La ripartizione economica degli incentivi ai partecipanti non costituisce distribuzione di utili ed è in linea con il codice del terzo settore. I proventi derivanti dalla vendita di energia costituiscono, invece, redditi diversi in quanto l’attività commerciale non verrebbe esercitata abitualmente. Ovviamente la qualifica di ente del terzo settore consentirebbe alla comunità energetica di applicare le misure introdotte dalla riforma. Pensiamo agli incentivi per il social bonus, alla possibilità di derogare al codice dei contratti pubblici nei rapporti con gli enti locali e molto altro. 

L’articolo completo di Gabriele Sepio – Segretario generale Fondazione Terzjus ETS