IN PIÙ DI METÀ DEI COMUNI ITALIANI NON SONO ASSUNTI GIOVANI

Metà degli oltre 8mila comuni italiani non rilevano tra i propri lavoratori persone con età inferiore a 35 anni e poco più dell’1% di chi lavora negli enti locali ha meno di 30 anni. È un quadro emblematico quello emerso dalla nostra indagine sull’età degli assunti nelle amministrazioni italiane.

L’inclusione di giovani nella pubblica amministrazione contribuisce al rinnovamento del sistema e all’integrazione di nuove competenze. Si tratta di aspetti importanti che rientrano anche all’interno del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Sono previsti investimenti che spingono molto per l’innovazione del sistema della pubblica amministrazione in termini di digitalizzazione ma anche di competenze.

In questo scenario, i giovani sono considerati come una risorsa tanto da rappresentare una priorità trasversale per il piano. Al momento però la presenza giovanile all’interno delle amministrazioni pubbliche risulta piuttosto ridotta.

I giovani nella pubblica amministrazione

Il rinnovamento del personale pubblico è un tema che è stato trattato in numerose sedi. Per esempio, recentemente il ministro per la pubblica amministrazione Zangrillo ha discusso sulla complessità che sta attraversando il settore che, a causa del blocco delle assunzioni che continua da oltre dieci anni, risulta essere fortemente sottodimensionato.

Questo ha portato alla creazione di posizioni temporanee con contratti a tempo determinato, posizioni precarie e quindi non particolarmente attraenti per i lavoratori che hanno ostacolato anche alcune dinamiche come l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione dei comparti. Queste dinamiche hanno un impatto anche sui più giovani.

Secondo OpenBDAP, i lavoratori nel settore pubblico con meno di 30 anni sono circa il 4,7% del totale mentre quelli tra i 30 e i 39 solo il 13,3%. Pur trattandosi di dati risalenti al 2020, per via del blocco delle assunzioni rappresentano una fotografia molto attuale. La fascia con più assunti è quella tra i 50 e i 59 anni, che compongono poco meno del 40% dei lavoratori nella pubblica amministrazione. Sono dinamiche che si possono rivedere anche all’interno degli enti locali, ovvero chi lavora nelle province e nei comuni.

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