IMMIGRAZIONE: UNA QUESTIONE DI PERCEZIONE 

Nelle ultime legislature, l’immigrazione è stata spesso al centro dell’agenda politica. La classe politica e i media italiani hanno rivolto l’attenzione principalmente all’immigrazione irregolare, alla sicurezza e alla criminalità, mentre tematiche quali l’integrazione e la gestione dei migranti stessi sono spesso passate in secondo piano, come analizzato in uno studio di Michele Colucci del 2018. Una delle conseguenze di questo approccio è la distanza tra il fenomeno reale (ovvero i dati sull’immigrazione in Italia) e quello percepito (l’incidenza del tema nell’opinione pubblica). Questa distorsione porta i cittadini a sovrastimare il fenomeno migratorio a livello numerico, alimentando il circolo vizioso delle paure e dei timori legati al tema.

La posizione geografica dell’Italia la rende particolarmente esposta all‘immigrazione irregolare via mare, i cosiddetti “sbarchi”. Trattandosi della tipologia di immigrazione maggiormente soggetta alla copertura dei media (e della politica), si alimenta facilmente l’idea che il nostro paese subisca in misura maggiore il fenomeno migratorio rispetto ad altri in Europa. Così si crea il luogo comune per cui “arrivano tutti in Italia”, ma alcuni dati raccolti e analizzati dal think tank Tortuga ci possono aiutare a smentirlo.

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