IL MONDO NON È PRONTO PER LA MIGRAZIONE DI MASSA CAUSATA DAI CAMBIAMENTI CLIMATICI 

Nel quadro delle migrazioni internazionali, quelle provocate da guerra e violenze sono purtroppo in crescita. Negli ultimi mesi l’invasione russa dell’Ucraina, che ha causato la crisi di sfollamento forzato più veloce e una delle più grandi dalla Seconda guerra mondiale, e altre emergenze, dall’Africa all’Afghanistan fino al Sahel, hanno spinto la cifra ben oltre il drammatico traguardo dei 100 milioni di persone costrette a fuggire dalle proprie case. Questo significa che alla fine del 2021, dice l’Unhcr, una persona su 78 in tutto il mondo è stata sfollata con la forza. Una cosa che non è cambiata, tuttavia, è che la maggior parte dei rifugiati e degli sfollati rimane il più vicino possibile ai propri Paesi. Perché, contrariamente alle percezioni, di solito i rifugiati vogliono tornare a casa. Per fare un esempio, la maggior parte degli afgani si trova attualmente in Iran e in Pakistan. Tuttavia c’è un altro potente fattore che sta sconvolgendo i motori delle migrazioni: il clima 

Pensate agli eventi meteorologici estremi nel 2022. Calore degli oceani e aumento del livello del mare a livelli record. Il ghiaccio marino antartico ha toccato un nuovo minimo. Estremo scioglimento dei ghiacciai in Europa. Solo in Pakistan le inondazioni hanno provocato lo sfollamento di 33 milioni di persone, mentre altri milioni in Africa sono stati colpiti dalla siccità e dalla minaccia della carestia, dal Corno d’Africa alla costa occidentale del continente. È possibile prevedere in futuro, come in una sorte di fiume carsico, lo spostamento di massa delle popolazioni? Sì, se vaste parti del mondo che ospitano alcune delle popolazioni più grandi diventeranno sempre più inabitabili. 

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