I LUOGHI COME INFRASTRUTTURA SOCIALE DEI NUOVI MODELLI DI ECONOMIA CIVILE

Il fenomeno della globalizzazione per un verso, e i processi di digitalizzazione per l’altro, è sembrato avessero definitivamente archiviato la rilevanza della dimensione di luogo ritenuta quale ostacolo e limitazione ad un pieno sviluppo delle potenzialità insite nelle nuove occasioni aperte dalla creazione di un mercato unico globale e dalla ‘iper-prossimità’ offerta dai nuovi strumenti tecnologici. 

A ben guardare però, nel recente periodo questi stessi fattori hanno alimentato tendenze inverse, portando ad una progressiva riscoperta della rilevanza strategica dei luoghi sia sul fronte della competitività in ambito produttivo, sia sul fronte della coesione, della socialità e dei sistemi di cura. 

L’esito forse più inaspettato e radicale generato dalle conseguenze delle recenti crisi economico-sociali, è stato proprio l’emergere di un rinnovato protagonismo del territorio, inteso però non tanto in termini di entità geografica, quanto piuttosto come «un modo di co-operare, con molteplici effetti di ordine economico, politico, culturale, etc., che ha come obiettivo la creazione di un contesto capace di moltiplicare le risorse comuni, necessarie al funzionamento di ciascuno e di tutti gli attori coinvolti» (Prandini 2014). 

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