I FEMMINICIDI NON NASCONO DAL PATRIARCATO MA DALL’ASSENZA DI UN PARADIGMA SOCIALE ADEGUATO ALLE CONQUISTE DELLE DONNE

I femminicidi non si fermeranno: se non si agirà su scuole e famiglie per un cambio culturale che non è colpa di un “patriarcato”, ideologizzato e sbandierato come uno spauracchio per una lotta politica sterile, ma di un ritardo sociale nel cambiamento del dialogo famigliare, che rispetto alle conquiste ottenute  dagli anni’70 sino agli anni’90 (divorzio 1970, aborto, diritto di famiglia, abolizione delitto d’onore e stupro come reato contro la persona 1996) e che hanno permesso il definitivo smantellamento del Codice Rocco, che rappresentava sì il patriarcato.

L’articolo di Claudia Segre su Firstonline.it

Partendo dalle Scuole con un piano di studio temporalmente fermo agli anni ’60, e ben tre mesi di ferie poco conciliabili con gli impegni lavorativi delle famiglie e che scarica le sue inefficienze sui servizi sociali dalle scuole materne ai doposcuola costretti a fare spesso miracoli per venire incontro alle esigenze delle donne lavoratrici spingendo sull’acceleratore di fenomeni di isolamento dalla FOMO, ai NEET sino agli Hikikomori che si generano anche nell’assenza non colpevole di genitori che solo dopo il Covid stanno ritrovando con la flessibilità lavorativa spazi di gestione e vicinanza ai figli, fatta di maggiore presenza e ascolto.

E poi nelle imprese nella ricerca di un accordo con lo Stato su permessi genitoriali ugualitari che permettano una vera condivisione delle responsabilità ed anche una redistribuzione dei carichi di cura senza lasciare all’iniziativa delle singole imprese, di garantire un welfare sociale che ormai necessariamente deve rispondere a direttive comunitarie che vanno nel senso di una responsabilità sociale condivisa tra imprese e lavoratori e lavoratrici. Accelerando poi nell’impegno alla parità salariale ed alla parità nelle opportunità di carriera per permettere al nostro Paese di ridimensionare i differenziali di genere evidenziati sia dal Global Gender Gap Report 2023 che dall’indice DESI UE.

Ormai le imprese sono chiamate a passare dalle parole ai fatti sui criteri ESG: se non fosse che tutte le analisi di Mc Kinsey e Gartner degli ultimi anni hanno dimostrato che le società maggiormente rispettose di questi criteri, soprattutto con particolare riguardo al Goal 5 della parità di genere, si assicurano utili e produttività migliori, prestazioni dei dipendenti in crescita e caratterizzate da maggiore fidelizzazione e una riduzione dei turnover.

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