FONDAZIONE KAINÒN PONE LE BASI PROGETTUALI PER IMMAGINARE IL MUSEO DEL FUTURO

Il workshop di progettazione di un percorso Verso il museo del futuro, organizzato da Fondazione Kainòn, in collaborazione con ICOM Italia, ha avuto luogo con grande soddisfazione dei presenti il 1° febbraio presso il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma. L’evento ha visto la partecipazione di 30 fra professionisti del mondo museale, studiosi, aziende dell’innovazione, intellettuali, che, divisi in tre tavoli di lavoro, hanno discusso dell’impatto degli strumenti digitali, rispettivamente sui nuovi modelli di business applicati alla realtà museale, sull’accessibilità e sulla ricostruzione di mondi, luoghi e milieu. L’evento si è chiuso con una sessione di restituzione alla presenza di diversi invitati che hanno potuto ascoltare a caldo le prime conclusioni raggiunte dai tre tavoli.

“Sono estremamente soddisfatta di questo evento che ha posto le basi per avviare un percorso di progettazione degli strumenti e delle pratiche con cui immaginiamo l’evoluzione dei musei”, ha commentato Emanuela Totaro, Segretario Generale di Fondazione Kainòn.La Fondazione Kainòn ha come mission quella di creare un terreno comune di confronto, dialogo e sperimentazione tra mondo culturale e nuove tecnologie, per essere promotori di un empowerment generale del sistema culturale e dei suoi operatori. L’evento del 1° febbraio al MAXXI e il progetto Verso un museo del futuro vanno in questa direzione ovvero concretizzare una visione condivisa e partecipata di museo del futuro dal punto di vista dei modelli di business e della creazione di nuove competenze, dell’inclusività e del ripensamento degli spazi reali, virtuali e concettuali. Come soci Assifero vediamo la possibilità di mettere a sistema il know how e le progettualità sviluppate, rispetto ad un tema, il digitale, che è ormai trasversale a più ambiti e modelli. La forza di Assifero in questo senso è quella di poter essere per noi uno spazio in cui coltivare visioni intersettoriali e approcci interdisciplinari rispetto a focus specifici di un singolo associato, dando vita così a opportunità nuove”.

Ulteriori informazioni sul progetto sono disponibili sul sito di Fondazione Kainòn

Su agenziacult.it le interviste ad alcuni dei protagonisti dell’evento

Alessandro Bollo, Senior Project Manager de La Fabbrica del Vapore, ha coordinato la discussione del tavolo “Strumenti digitali e nuovi modelli di business” in uno scambio di vedute arricchito dal contributo di professionalità eterogenee che hanno spaziato dal mondo della cultura a quello accademico, passando per funzioni di marketing e figure aziendali.

Partendo dal piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale, i musei potranno lavorare allo sviluppo di contenuti multicanale e multiservizio andando a proporre percorsi educativi o formativi, ma anche creando contenuti di marketing.

“È fondamentale che questo approccio risponda a una visione strategica che includa il digitale fin dalla fase progettuale”, afferma Bollo. “Questo nella consapevolezza del fatto che ogni realtà museale ha dimensioni, risorse e fabbisogni diversi di cui è necessario tenere conto. Questi ultimi devono essere analizzati in modo da individuare l’approccio più adeguato in termini di rafforzamento digitale e di competenze necessarie per intercettare e coinvolgere pubblici sempre nuovi e sempre più ampi, in un modo funzionale che vede il digitale come cultura e strumento al servizio del visitatore/fruitore del museo”.

Gli strumenti digitali sono funzionali a produrre non solo valore monetario, ma anche un ritorno in termini di capitale reputazionale e di branding del museo, secondo modelli di offerta che consentono di raggiungere nuovi pubblici, eterogenei per composizione e anche fisicamente lontani dalla sede museo, valorizzandone il know-how.

Anna Maria Marras, ricercatrice presso il dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino, ha guidato i lavori del tavolo “Strumenti digitali per l’accessibilità”, cui hanno contribuito persone con competenze disparate provenienti da diversi ambienti del mondo culturale e aziendale. Nello strutturare il dibattito, il tavolo ha creato uno schema di riferimento nel quale definire i diversi concetti e modalità per rendere accessibile il museo e nel quale inquadrare le tecnologie digitali come strumento per facilitare e mai ostacolare l’accessibilità.

“Un dato che è emerso con grande chiarezza è la necessità di approcciare l’accessibilità con un percorso di progettazione congiunta fin dal primo momento, che tenga conto delle numerose esigenze e sfaccettature che caratterizzano l’accessibilità a un museo”, ha commentato Marras. “Questo dato porta con sé anche un aspetto legato alle competenze che andrebbero formate attraverso adeguati percorsi di aggiornamento del personale dei musei. Un altro aspetto significativo sono i tempi: molte tecnologie hanno infatti un ciclo di vita molto rapido ed è importante che gli investimenti tengano conto di questo fatto in modo da ottimizzare le risorse”.

È infatti necessario privilegiare quelle tecnologie che offrono un’esperienza coinvolgente senza subire un’obsolescenza troppo rapida; a complemento di questo tema è emersa anche l’esigenza di introdurre pratiche di economia circolare che privilegino pratiche di riduzione, riuso e riciclo dei dispositivi.

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale (AI) è emerso come un importante strumento a sostegno dell’accessibilità ai musei, con il caveat di prestare attenzione agli aspetti etici legati alla creazione di contenuti – sia testuali che iconografici – appropriati a una fruizione veramente inclusiva; in questi frangenti, rimane quindi fondamentale l’intervento umano in funzione di supervisione dei contenuti generati attraverso tecnologie quali ad esempio ChatGPT.

Un argomento di grande interesse affrontato nel tavolo riguarda infine l’utilizzo dello storytelling in chiave di accessibilità, con l’adozione di differenti registri linguistici per rendere la narrazione fruibile su molteplici livelli.

Luca Dal Pozzolo, responsabile delle attività di ricerca presso Fondazione Fitzcarraldo e direttore dell’Osservatorio Culturale del Piemonte, ha curato i lavori del tavolo di discussione “Strumenti digitali per ricostruire mondi, luoghi, milieu”, da cui è emersa, tra tante argomentazioni pregnanti, una convergenza di vedute riguardo alla necessità di accompagnare le istituzioni che si occupano di cultura lungo un percorso che consenta loro di affrontare le sfide del digitale.

“Vi è ancora un intenso dibattito sulle modalità con cui trarre vantaggio dalle opportunità offerte dall’innovazione tecnologica, come ad esempio le applicazioni digitali a supporto dello storytelling dei musei scientifici, con strumenti di immersività o gamification”, spiega Dal Pozzolo, a sottolineare l’importanza della tecnologia nel favorire un modo innovativo di pensare il museo.

Importante punto di discussione, in riferimento al milieu, è stato infine quello di utilizzare gli strumenti digitali per creare delle vere e proprie macchine del tempo che consentano di ricostruire non solo i luoghi fisici del passato, ma la temperie culturale e la mentalità prevalente di questi periodi, in modo da vivere anche l’impatto emotivo dei grandi fatti storici.

Fondazione Kainòn partirà dal lavoro dei tre tavoli di discussione per identificare, sostenere e implementare dei progetti concreti che saranno presentati in un evento pubblico di restituzione previsto nel 2023.