CARCERI MINORILI, PUBBLICATO IL RAPPORTO DELL’ASSOCIAZIONE ANTIGONE ONLUS. IL RISCHIO È CHE LA GIUSTIZIA MINORILE PERDA I RAGAZZI PER STRADA 

“Il modello della giustizia minorile in Italia, fin dal 1988, data in cui entrò in vigore un procedimento penale specifico per i minorenni, è sempre stato un vanto per il paese. Mettendo al centro il recupero dei ragazzi, in un’età cruciale per il loro sviluppo, nella quale educare è preferibile al punire, ha garantito tassi di detenzione sempre molto bassi, una preferenza per misure alternative alla detenzione in carcere, come ad esempio l’affidamento alle comunità e ottenuto un’adesione al percorso risocializzante ampio da parte dei giovani. Dal decreto Caivano in poi, invece, il rischio che questi 35 anni di lavoro vengano cancellati e i ragazzi persi per strada è una prospettiva drammatica e attuale“. Così Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, intervenendo alla presentazione di “Prospettive minori”, VII Rapporto di Antigone sulla giustizia minorile.

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Un’analisi puntuale che l’Associazione svolge dal 2008 basandosi sull’osservazione diretta all’interno degli istituti Penali per Minori italiani con l’obiettivo finale di restituire un’idea precisa delle condizioni delle persone detenute in queste strutture. In un contesto come quello attuale, che vede un generale peggioramento delle condizioni di detenzione carceraria degli adulti nel nostro Paese, il quadro rilevato da Antigone in riferimento agli Istituti Penitenziari Minorili (IPM) non fa eccezione.

L’articolo sul sito di Fondazione Compagnia di San Paolo