ANZIANI, TUTTA UN’ALTRA VITA 

È un’età che si distende ormai per un terzo della nostra vita, ma per cui non c’è programmazione né individuale né sociale. Con 14 milioni di over 65, non possiamo più far finta di nulla. I prossimi mesi saranno cruciali, perché andrà completata la riforma della non autosufficienza. Quali i cardini dello schema presentato e i punti su cui lavorare ancora? Quali le esperienze migliori da diffondere nel Paese? E quali le parole per offrire non solo piani di assistenza ma progetti di esistenza? Ecco la presentazione del nuovo numero di Vita

Nel paese più vecchio d’Europa, con 14 milioni di over65, alla vecchiaia non ci si pensa. Cronicità e long term care sono qualcosa con cui avremo tutti a che fare per almeno vent’anni della nostra vita, ma non c’è alcuna programmazione né a livello individuale né a livello di politiche pubbliche. Il Paese non può più far finta di nulla. La demografia parla chiaro, la frammentazione e l’inadeguatezza dei servizi attuali pure. L’urgenza di una riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti sta tutta qui, in questo paradosso.

Con la copertina del nuovo numero Vita accende un faro sugli anziani del nostro Paese e in particolare sugli anziani non autosufficienti: persone e famiglie che la politica troppo spesso dimentica, come dimostra il fatto che questo settore del welfare è uno dei più deboli. Una copertina che vuole accompagnare e sostenere quella riforma della non autosufficienza prevista dal Pnrr ma che finora, però, ha mosso soltanto il suo primo passo: il 10 ottobre 2022 il governo Draghi, come suo ultimo atto, ha approvato uno schema di disegno di legge delega, ora nelle mani del governo Meloni. I tempi sono strettissimi: il governo deve prendere in mano la delega, acquisire l’accordo in Conferenza Stato Regioni e inviarla al Parlamento, che entro marzo 2023 la dovrà approvare. Poi ci sarà un anno di tempo per scrivere i decreti delegati. Una sfida epocale, che il Paese non può perdere.

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