AMMINISTRAZIONE CONDIVISA E LAVORO DI COMUNITÀ 

L’amministrazione condivisa e in particolare la coprogettazione possono rappresentare uno strumento fondamentale in una strategia di sviluppo di comunità e favoriscono la costruzione di concreta una rete dialogante, collaborativa e propositiva. L’esperienza raccolta dal Consorzio Intercomunale dei Servizi Socio Assistenziali nel 2023

L’affinità elettiva tra amministrazione condivisa e lavoro di comunità non può essere da data come scontata: come evidenziato da diversi autori – tra gli altri, le diverse pubblicazione di Luca Fazzi di questi due anni, e U. De Ambrogio, G. Marocchi, Coprogrammare e coprogettare, Carocci – in assenza di adeguate attenzioni, l’amministrazione condivisa potrebbe non riuscire a sfuggire alla path dependency, riproponendo di fatto contenuti e schemi di relazione non diversi da quelli già precedentemente in essere.

Diverse sono le questioni in gioco: ad esempio può essere forte la tentazione del soggetto pubblico di restringere l’agibilità dei tavoli con avvisi che predeterminano le azioni da svolgere; oppure una composizione dei tavoli che comprende solo attori usuali e istituzionali e che per questo non riesce ad offrire un valore aggiunto significativo nell’orientamento nell’innovazione e, per gli aspetti di cui qui ci si occupa, nell’orientamento comunitario degli interventi.

Quello che d’altra parte si intende sostenere è che sia però possibile, con una adeguata organizzazione delle coprogettazioni, riuscire invece a coinvolgere e ad integrare attori territoriali, pubblici e della società civile, formali e informali, creando un effettivo valore aggiunto in termini di orientamento alla comunità.

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