A CHI SONO ANDATI I FONDI PNRR PER LE DISCIPLINE STEM E LE LINGUE

In un mondo reso sempre più interconnesso per mezzo di internet e degli strumenti digitali, la capacità di padroneggiare le nuove tecnologie rappresenta una delle competenze da garantire fin dai primi anni di istruzione. Per questo motivo, all’interno del piano nazionale di ripresa e resilienza è presente una specifica misura finalizzata a potenziare i percorsi di apprendimento delle cosiddette materie Stem (scienze, tecnologia, ingegneria, matematica) oltre che delle lingue.

Negli ultimi mesi il ministero dell’istruzione e del merito ha diffuso una serie di atti che specificano i criteri con cui sono stati ripartiti i fondi tra gli istituti scolastici e quali progetti potranno essere realizzati con le somme assegnate.

Le scuole beneficiarie non hanno dovuto partecipare a nessun bando per ottenere queste risorse che sono state assegnate automaticamente sulla base di un criterio demografico. Si tratta di un metodo che il ministero dell’istruzione ha utilizzato anche per altre risorse del Pnrr, come ad esempio quelle del piano Scuola 4.0. Tuttavia questa scelta comporta alcune insidie.

In primo luogo il fatto che le scuole dovranno presentare i progetti solo successivamente all’assegnazione dei fondi e che ciò potrebbe portare a delle rinunce. Non è detto infatti che tutti i soggetti beneficiari saranno in grado di presentare proposte adeguate. Il quadro della distribuzione delle risorse nei territori potrebbe quindi mutare. Ma sono proprio le scuole più in difficoltà, anche dal punto di vista organizzativo, quelle che avrebbero maggiormente bisogno dei fondi del Pnrr.

Inoltre, se da un lato è vero che anche con lo strumento dei bandi il mondo dell’istruzione ha fatto registrare delle difficoltà, come testimonia la vicenda del bando sugli asili nido, bisogna anche rilevare che la scelta di finanziare maggiormente le scuole con più studenti e insegnanti, poteva essere integrata attraverso il ricorso a indicatori ulteriori. Parliamo ad esempio delle informazioni sui divari educativi, socio-demografici e di dotazione del patrimonio edilizio scolastico. Così da poter indirizzare le risorse nei territori con maggiore fabbisogno.

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