ABBIAMO UN NUOVO PIANO CONTRO LA POVERTÁ (E NESSUNO LO DICE)

“C’è un fatto di tutto rilevo che è assolutamente ignorato dal dibattito in corso sul Reddito di Cittadinanza: ad agosto è stato pubblicato il nuovo Piano per gli interventi e i servizi sociali di contrasto alla povertà“. L’articolo di Sara De Carli su vita.it illustra le novità.

Metadone per Giorgia Meloni, «diseducativo e clientelare» per Matteo Salvini che pure l’ha votato, sacro graal per i Cinque Stelle che lo difendono con una levata gli scudi. Sul reddito di cittadinanza si è aperta (di nuovo) una guerra ideologica combattuta a spron di dichiarazioni e titoli, quando invece «l’elenco di cose da fare per migliorare il Reddito di Cittadinanza è lì fin da quando la misura è stata decisa», come giustamente ha ricordato Gianmario Gazzi, il presidente dell’Consiglio dell’Ordine degli Assistenti Sociali. E di certo di una misura contro la povertà il Paese non può fare a meno.

Se dalle parole però andiamo ai fatti, ce n’è uno di tutto rilevo e assolutamente ignorato dal dibattito. Ad agosto il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato il nuovo Piano Nazionale degli Interventi e dei Servizi Sociali per il triennio 2021/2023 che contiene anche il nuovo “Piano per gli interventi e i servizi sociali di contrasto alla povertà”, dato che il precedente (riguardava il triennio 2018/2020 ed era il primo per il nostro Paese) è giunto a scadenza. Sono 26 pagine tutte da leggere, con alcune interessanti novità. Roberto Rossini, portavoce dell’Alleanza contro la povertà, lo definisce infatti «un bel passo avanti».

Quali sono questi passi avanti rispetto al piano precedente?

Innanzitutto le risorse economiche, quelle su cui poteva contare il Piano precedente erano minori. Questo dipende certamente dal Reddito di Cittadinanza, che dispone di un cospicuo finanziamento, ma c’è anche la parte finanziata con le risorse del PNRR che è interessante: ad esempio le “stazioni di posta” per i senza dimora, che sono di fatto dei Centri servizio per il contrasto alla povertà, sono un effetto del PNRR. Le due novità da menzionare assolutamente sono il Pronto intervento sociale come livello essenziale delle prestazioni sociali il Centri Servizi per il contrasto alla povertà: entrambi sono intuizioni importanti, bisognerà vedere concretamente nella progettazione cosa uscirà e quale sarà il livello di coinvolgimento del Terzo settore. Il Pronto intervento sociale è riconosciuto come LEPS, ossia come livello essenziale delle prestazioni, con rosorse aggiuntive fino a 90 milioni su 3 anni. Il Centro Servizi per il contrasto alla povertà invece ha a che fare con la presa in carico delle persone in condizioni di marginalità, anche al fine di favorire l’accesso integrato alla intera rete dei servizi: persone che hanno bisogno di ascolto, di accoglienza, di orientamento anche rispetto ai servizi. Prevedere nella presa in carico degli standard minimi per le prestazioni, in tutta Italia, è importante: per esempio nel pre assessment è fondamentale, l’Alleanza ci ha sempre insistito tanto, perché ciascuno ha diritto ad avere un progetto su di sé, non una un progetto fotocopia. Un altro aspetto positivo è si parla davvero un linguaggio comune, il Piano parte da lontano e bisogna dire che il confronto con le parti c’è stato, la strada intrapresa dal punto di vista del metodo è stata molto interessante. Nelle riunioni ci si rende conto che c’è molta convergenza da parte di tutti i soggetti rispetto alle cose da fare.

L’articolo completo su Vita.it