La Commissione europea ha pubblicato le nuove linee guida per la stesura definitiva dei piani nazionali per il Recovery Plan.
Nei prossimi mesi si aprirà un dialogo trai vari paesi dell’UE e la Commissione per rendere le proposte fatte dai governi il più coerenti possibili con gli obiettivi di ripresa e resilienza stabiliti a livello europeo, dialogo che andrà avanti fino al 30 giugno, data ultima per l’approvazione dei piani da parte di Bruxelles. E c’è una grossa novità nelle linee guida pubblicate ieri dalla Commissione.
Recovery Plan: ogni progetto deve misurarsi con il gender gap
Riguarda un tema che l’esecutivo di Bruxelles inserisce al terzo posto degli obiettivi globali del programma, subito dietro a quelli del semestre europeo. È la parità di genere. I piani nazionali dovranno chiarire, prima di entrare nel merito delle singole misure, quali siano le carenze principali in termini di parità a livello nazionale, come la crisi le abbia aggravate e con quali strumenti intendano affrontare il problema in ognuno dei capitoli d’investimento: transizione energetica, infrastrutture digitali, crescita sostenibile, ecc. Bruxelles sa che la sottoccupazione femminile costa all’Europa 360 miliardi di euro l’anno, ossia mezzo Next Generation EU e che a questa voragine non si rimedia stanziando risorse nel capitolo «donne, coesione territoriale ed altre forme di emarginazione».
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