TERRITORI A DISOCCUPAZIONE ZERO. UNA SPERIMENTAZIONE PER L’ITALIA

Per contrastare disoccupazione, povertà e disuguaglianze non si può fare a meno di ammortizzatori sociali e misure di sostegno del reddito. Ma da soli non creano lavoro. In Europa e in Italia sono in corso sperimentazioni per aiutare la creazione diretta di nuova occupazione e andare oltre il “classico” matching tra domanda e offerta di lavoro. Una di queste è il progetto pilota nella città di Roma “Territori a Disoccupazione Zero”, coordinato dalla Sapienza-Università di Roma 

La pandemia ha reso evidente quanto siano importanti ammortizzatori sociali e sussidi contro la povertà, perché consentono non solo di contrastare le disuguaglianze, ma anche di stabilizzare il ciclo economico, tanto più in periodi di crisi. Alcuni dati lo testimoniano chiaramente. In Italia, il calo del reddito nel 2020, nel pieno della pandemia, è stato molto forte e pari al -2,8% in termini nominali (-2,6% in termini reali1). Questa diminuzione è stata, però, significativamente inferiore a quella del PIL, contrattosi nello stesso periodo dell’8,9%, raggiungendo un livello pari a quello del 1998 (Istat, 2021).

A tutti gli effetti la relativa tenuta dei redditi è stata possibile grazie all’aumento dei trasferimenti e delle misure di salvaguardia del reddito, soprattutto nelle aree del Paese più a rischio marginalità già prima della pandemia. Ciò non di meno, un altro insegnamento che si può trarre da questa come da altre crisi è che se l’assistenza – nel breve periodo – consente di dare respiro alle emergenze sociali, da sola non risolve il problema della mancanza del lavoro. Specialmente nei territori più fragili o che hanno un problema di strutturale debolezza, quando non una vera a e propria assenza di domanda di lavoro.

Le politiche attive del lavoro sono spesso richiamate come la soluzione a questi problemi. Ma come promuovere l’attivazione dei disoccupati e delle fasce di popolazione attiva più deboli, quando l’occupazione non c’è? Non sempre e non in ogni condizione le politiche attive da sole sono sufficienti a creare lavoro.

L’articolo completo di Andrea Ciarini su Percorsi di Secondo Welfare