LA CO-PROGETTAZIONE DEVE ESSERE LA PUNTA PIÙ AVANZATA DELLE POLITICHE PUBBLICHE “GUIDATE DALLO SCOPO”

“Da quanto la co-progettazione da “processo” ha preso le sembianze di un “istituto giuridico” stiamo assistendo ad un crescendo di eventi, riflessioni, pubblicazioni e occasioni formative orientati ad aumentare la consapevolezza del valore trasformativo di questa innovazione. Una trasformazione rispetto alla quale il terzo settore parte in posizione avvantaggiata forte della sua reputazione sociale e della sua nuova forma giuridico organizzativa”. L’intervento di Flaviano Zandonai e Paolo Venturi su VITA.

Da quanto la co-progettazione da “processo” ha preso le sembianze di un “istituto giuridico” (art 55 del Codice del Terzo Settore) riconosciuto dalla Costituzione e da una sentenza della Corte Costituzionale (131/2020), stiamo assistendo ad un crescendo di eventi, riflessioni, pubblicazioni e occasioni formative orientati ad aumentare la consapevolezza del valore trasformativo di questa innovazione.

Una spinta legittima che si fonda sulla consapevolezza che la qualità della relazione fra Pubblica Amministrazione e le organizzazioni della società civile non è neutra e non è sufficiente attivarla per renderla generativa e utile per la comunità. La co-progettazione, infatti, non può limitarsi a semplice esercizio di “innovazione amministrativa” ma deve tendere a promuovere un “convergenza” reale intorno ad obiettivi d’interesse generale.

Per non cadere nella trappola della “mitizzazione” è necessario collocare questo prezioso istituto giuridico nell’alveo della “ragion pratica” e non appena nella “ragion tecnica”. Ciò a significare che la co-progettazione pur servendosi di argomenti giuridici mai deve dimenticare che il suo tèlos è quello di suggerire o proporre linee di policy migliorative della condizione umana e delle comunità. Un bivio rilevante che può farci rimbalzare verso una nuova stagione di politiche oppure riportarci al punto di partenza.

La riforma del Terzo Settore riconoscendo “il valore pubblico” (e non solo la funzione) degli ETS ha ripristinato la primazia dei processi di co-creazione rispetto a quelli di “gestione ed esternalizzazione” delle Istituzioni orientate all’interesse generale. Un riconoscimento che deve potersi tradurre in relazioni e processi coerenti.

Assumendo come premessa questa visione la coprogettazione diventa perciò per la Pubblica Amministrazione la strada privilegiata per co-creare, attraverso un metodo collaborativo e contributivo, soluzione comunitarie orientate ad un interesse generale.

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