20 GIUGNO, GIORNATA MONDIALE DELLE PERSONE RIFUGIATE

  • Definizione di persona rifugiata

La definizione di persona rifugiata è espressa nell’articolo 1A della Convenzione di Ginevra del 1951. Qui leggiamo che il rifugiato è colui “che temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese; oppure che, non avendo cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui aveva residenza abituale a seguito di tali avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per il timore di cui sopra”.

Sito ufficiale UNHCR – United Nations High Commissioner for Refugees

  • Sono raddoppiate in 10 anni le persone in fuga nel mondo

Lo scorso anno le persone costrette alla fuga hanno raggiunto nuovi livelli storici in tutto il mondo, secondo quanto riportato nel Rapporto Global Trends del 2024 dell’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati.

Il numero complessivo di persone costrette alla fuga – che tocca i 120 milioni a maggio 2024 – è in crescita per il dodicesimo anno consecutivo e riflette sia i nuovi conflitti e quelli che mutano, sia l’incapacità di risolvere le crisi di vecchia data. La popolazione globale in fuga equivarrebbe a quella del dodicesimo Paese al mondo per ampiezza della popolazione, quasi come quella del Giappone.

L’anno scorso l’UNHCR ha risposto a un numero in netta crescita di crisi umanitarie nuove o in peggioramento, dichiarando 43 emergenze in 29 Paesi. Il più alto numero annuale di emergenze dichiarate degli ultimi dieci anni, quadruplicato nell’arco di soli tre anni.

Leggi l’articolo completo sul sito Integrazionemigranti.gov.it

  • Fortezza Europa: il sistema di accoglienza delle persone rifugiate in Unione europea

Un passo avanti per i legislatori europei, uno indietro per l’Europa, due indietro per l’Italia. L’accordo europeo sulle nuove norme su asilo e migrazione è simbolo di una coalizione di centro (popolari, socialisti e liberali) alla disperata ricerca di consenso. Anche quando questo significa inasprire regole sull’accoglienza all’interno dell’Europa e, probabilmente, rimandare più migranti in Italia (tra quelli che hanno raggiunto altri paesi UE). Niente sui rimpatri, niente su nuovi canali di migrazione regolari. D’altronde, nell’era della diffidenza e dei muri, non potrebbe che essere così” – Matteo Villa, ISPI Senior Research Fellow

Tutte le caratteristiche del nuovo Patto, spiegati dall’ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale)

  • Accoglienza in Italia, il declino dell’accoglienza diffusa (Openpolis)

Negli anni la normativa che disciplina l’accoglienza di richiedenti asilo, rifugiati e migranti in Italia è cambiata più volte. Se pur con alcuni importanti rimandi a norme diverse, le modalità di accoglienza sono sostanzialmente definite dal decreto legislativo 142/2015. Negli anni più recenti tre decreti in particolare hanno modificato questa norma.

I tre decreti spiegati nel dettaglio sul sito di Openpolis

Il sistema di accoglienza per richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale è in maggioranza gestito tramite i centri di accoglienza straordinari (Cas), anche se questi erano originariamente concepiti come l’eccezione al sistema ordinario, ovvero il sistema di accoglienza e integrazione (Sai, già Sprar).

Da un lato dunque è importante insistere affinché il Sai venga realmente potenziato, aumentando le sue capacità ricettive. Dall’altro, visto che attualmente i Cas coprono il 59,7% dei posti nel sistema, resta importante distinguere tra le diverse modalità di accoglienza che possono offrire, oltre a verificare che il sistema riesca effettivamente a rispondere alle esigenze.

Leggi l’articolo completo sul sito openpolis.it

I numeri del sistema di accoglienza italiano: le infografiche e il podcast di Openpolis