UN WOMEN: PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE FEMMINILE ALLA VITA ECONOMICA E POLITICA

Secondo un dossier dell’Onu che analizza gli effetti del Covid-19 sulla parità di genere in ognuno dei 17 SDGs, le donne sono le principali vittime della pandemia in termini di occupazione, salute e rappresentanza.

A distanza di più di un anno e mezzo da quando l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato lo stato di pandemia globale, le disuguaglianze si stanno ampliando sempre di più, danneggiando soprattutto le donne. L’impatto combinato di conflitti, eventi meteorologici estremi e Covid-19 ha generato crescente povertà, fame e ha ampliato il gender gap, rendendo vane, in molti casi, le conquiste ottenute dalle donne negli ultimi venticinque anni.  A sostenerlo è “Progress on the Sustainable Development Goals. The gender snapshot 2021”, il rapporto pubblicato di recente da Un Women, l’agenzia delle Nazioni unite per l’empowerment delle donne, che analizza i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 attraverso la lente della parità di genere.

Le disuguaglianze. Il dossier riporta subito un dato rilevante: dei quasi 5,8 miliardi di dosi di vaccino somministrate a livello globale entro metà settembre 2021, il 77% è andato ai Paesi di reddito medio-alto e soltanto lo 0,3% ai Paesi di basso reddito. In base ai dati riportati, il 60% delle donne in Israele e il 52% in Austria a luglio 2021 avevano completato il ciclo vaccinale per il Covid-19, rispetto ad appena lo 0,9% in Venezuela e lo 0,6% in Papua Nuova Guinea, e in 29 Paesi sui 36 di cui erano disponibili i dati le donne avevano meno probabilità di essere vaccinate rispetto agli uomini. Come è avvenuto in India, dove, ad agosto 2021, il 53% delle dosi di vaccino per il Covid-19 è andato agli uomini e soltanto il 47% alle donne. Negli Stati Uniti, invece, le donne hanno perso circa 1,5 anni di aspettativa di vita in media rispetto al 2018-2020 a causa del Covid-19 e la perdita più significativa riguarda le donne ispaniche (2,9 anni) e le donne nere non ispaniche (2,7 anni) a confronto delle donne bianche non ispaniche (1,1 anni).

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