UN ORRIBILE FUTURO PER IL PIANETA E COME EVITARLO

Un team internazionale di esperti avverte: i danni della perdita di biodiversità e gli sconvolgimenti climatici, associati alla crescita della popolazione, minacciano la sopravvivenza di tutte le specie, compresa la nostra.

Un gruppo di esperti che include eminenti scienziati della Stanford University e della Ucla degli Stati Uniti e della Flinders University in Australia ha pubblicato in dicembre sulla rivista Frontiers in conservation science un articolo intitolato “Underestimating the challenges of avoiding a ghastly future”. Gli autori sostengono chel’umanità si sta avviando verso un “orribile futuro” che ha gravemente sottovalutato. Suggeriscono alcuni esempi di pratiche di successo per prevenire le estinzioni, ripristinare gli ecosistemi e incoraggiare un’attività economica più sostenibile sia locale che globale.

La perdita di biodiversità e l’accelerazione del cambiamento climatico nei prossimi decenni, insieme all’inazione dei decisori politici, “stanno minacciando la sopravvivenza di tutte le specie, inclusa la nostra”, affermano gli scienziati, concludendo che le future condizioni ambientali saranno molto più pericolose di quanto attualmente credono gli stessi esperti.

La lunga analisi, basata su più di 150 studi, parte dal declino della biodiversità causata dalle attività umane. Dalla rivoluzione agricola di circa 11mila anni fa la biomassa della vegetazione terrestre è stata dimezzata. Nel complesso gli umani hanno alterato quasi i due terzi della superficie terrestre. Circa un milione di specie animali e vegetali in tutto il mondo è minacciato di estinzione. Gli esseri umani hanno cancellato oltre tre quarti dei mammiferi selvatici e anche gli insetti stanno scomparendo rapidamente in molte regioni. In 300 anni, prosegue la ricerca, l’85% della zona umida a livello globale è andata persa e oltre il 65% degli oceani è stato in una certa misura compromesso dall’uomo. Da segnalare anche un dimezzamento della copertura di coralli vivi sulle barriere coralline in meno di 200 anni e una riduzione dell’estensione delle alghe marine del 10% per decennio nell’ultimo secolo. Circa il 40% delle foreste di alghe è diminuito abbondantemente e il numero di grandi pesci predatori è inferiore al 30% di quello di un secolo fa.

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