TERZO SETTORE, RIFINANZIATO IL FONDO PER LE ATTIVITÀ DI INTERESSE GENERALE

Le risorse appostate pari a 40 milioni di euro si trovano indicate non nel testo della legge di bilancio, bensì nello stato di previsione del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, allegato alla stessa legge. Una buona notizia, che però non cancella lo stallo nell’invio del pacchetto fiscale della riforma del Terzo settore a Bruxelles, il taglio dei fondi per la manutenzione del Registro unico e il mancato rafforzamento strutturale della direzione Terzo settore al ministero del Lavoro. L’articolo di Luigi Bobba su Vita.

La novità più importante per il Terzo settore contenuta nei documenti di bilancio approvati prima della fine del 2021, consiste nell’aver ricostituito la dotazione originaria del Fondo di cui all’art.72 del Codice del Terzo Settore. Si tratta del Fondo, previsto dalla legge delega 106/2016 (art.9, comma1, lettera g) e poi disciplinato appunto dall’art.72 del CTS, volto a sostenere lo svolgimento delle attivita’ di interesse generale di alcune categorie di ETS (Odv, Aps e Fondazioni); fondo che si e’ aggiunto ai preesistenti strumenti finanziari previsti dalla legge 266/91 e dalla legge 383/2000, con una dotazione complessiva pari a 40 milioni di euro. Diversi siti e anche alcuni commentatori hanno riportato la notizia che la legge di bilancio 2022 non contenesse piu’ la disposizione finanziaria di copertura di detto Fondo. Si tratta però di un evidente errore, in quanto le risorse appostate pari a 40 milioni di euro si trovano indicate non nel testo della legge di bilancio, bensì nello stato di previsione del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, allegato alla stessa legge.

Tra l’altro, va annotato che la norma relativa all’art.72 del CTS e’ stata la prima ad essere integralmente applicata, in quanto gia’ nel dicembre del 2017, il Ministero del Lavoro aveva assegnato le risorse ai progetti presentati dagli ETS che avevano concorso al bando delle stesse. Semmai, e pochissimi lo hanno messo in luce, tale Fondo ha subito diversi tagli: nel 2019 di 11 milioni, nel 2020 di 6 milioni e nel 2021 di altri 2 milioni. Per cui la consistenza per l’anno passato, risultava di poco più di 21 milioni.

Merito di questo Governo e’ di aver riportato la copertura al valore della dotazione originaria – 40 milioni- che rappresenta peraltro una misura minima incomprimibile vista la numerosita’ dei progetti presentati negli anni precedenti dagli ETS (che non sempre e’ stato possibile finanziare), ricorrendo poi allo scorrimento della graduatoria nell’anno successivo al bando. Dunque nessuna preoccupazione per gli ETS per l’anno in corso, anche se sarebbe stato necessario accrescere la dotazione del Fondo con le risorse non spese nel 2021, ma strutturalmente attribuite alla Riforma del Terzo settore. Ma cosi’ non e’ stato. Il Parlamento si è limitato a sventare, o meglio a dilazionare di due anni, l’introduzione dell’Iva relativa ai corrispettivi per la vendita di beni o servizi di alcune categorie di ETS. Veramente troppo poco rispetto alla necessita’ di approvare invece alcune norme correttive o integrative al CTS ( presentate nel corso della discussione al Senato da diverse forze politiche), resesi sempre più necessarie per risolvere alcuni problemi applicativi della Riforma e, peraltro, in parte originate dal confronto tra il Forum e il Ministero del Lavoro.

Ma oltre al ricupero delle risorse non spese nell’anno 2021 – fenomeno ricorrente fin dal 2018 e dovuto alla mancata attuazione di parte delle norme del CTS (social bonus, nuovi regimi fiscali, ecc…) , ci preme evidenziare tre questioni che appaiono del tutto prioritarie e indifferibili.

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