TERZO SETTORE, IL REGISTRO UNICO APRE LE PORTE DAL 23 NOVEMBRE. UNA PIATTAFORMA STRUMENTO DI TRASPARENZA

Con l’avvio del RUNTS si chiude un tassello fondamentale per l’avvio della Riforma. Dopo quattro anni dalla pubblicazione, nel 2017, del Codice del Terzo settore e del D.lgs. n. 112/2017, che detta invece le regole per le nuove imprese sociali, prende finalmente corpo quello che sarà lo strumento principale per identificare la nuova categoria degli ETS. L’articolo di Gabriele Sepio, Segretario Generale di Terzjus

Nell’era della proliferazione dei registri e degli elenchi, il RUNTS rappresenta una svolta epocale all’insegna della semplificazione e della digitalizzazione del sistema di gestione di una buona parte degli enti non profit italiani. Dal prossimo 23 novembre, infatti, come già evidenziato verranno assorbiti nel RUNTS i diversi registri regionali e delle provincie autonome che oggi raccolgono le organizzazioni di volontariato, nonché il registro nazionale e quelli territoriali dedicati alle APS. Con la conseguenza che tale data rappresenterà di fatto una “svolta epocale” in quanto con il Registro vi saranno regole standard valide su tutto il territorio nazionale. Si assisterà, in altri termini, dunque, al superamento della autonomia gestionale e interpretativa da parte delle realtà locali che spesso si sono contraddistinte per non essere sempre uniformi e coerenti tra loro.

A questo elemento di grande “novità” se ne aggiunge anche un altro: la creazione di una vera e propria piattaforma che, sulla scorta di quanto accade oggi per le imprese, consentirà di accedere alle informazioni degli enti del terzo settore nonché di caricare documenti, come bilanci e rendiconti. Una trasformazione che avrà tuttavia bisogno di tempi tecnici per la chiusura dei registri attuali, il trasferimento delle informazioni e il vaglio dei documenti da parte dei nuovi Uffici. Per concludere questa mole di lavoro e ultimare la migrazione dei dati il decreto fissa solo un termine massimo (agosto 2022) con l’auspicio che le varie Regioni possano organizzarsi per snellire il più velocemente possibile le pratiche di ingresso a partire dal vaglio degli statuti adeguati alle indicazioni dei decreti di riforma del Terzo settore. Per comprendere la mole di dati che nei prossimi tre mesi saranno interessati da questa migrazione, basterà guardare al numero delle ODV (circa 36mila) e APS (27mila) che ad oggi risultano iscritte negli attuali registri.

Su Terzjus l’estratto dal Sole24Ore del 28 ottobre 2021