TERRITORI: ASVIS, FONDI EUROPEI E NAZIONALI OCCASIONE UNICA PER PROGRAMMARE POLITICHE COERENTI E INVESTIMENTI DI LUNGO PERIODO

Territori e sostenibilità: ASviS, fondi europei e nazionali occasione unica per programmare politiche coerenti e investimenti di lungo periodo nell’ottica della giusta transizione e nel quadro dell’Agenda 2030

Il portavoce dell’ASviS, Enrico Giovannini: “L’ASviS ha ricevuto oggi importanti riconoscimenti per le proposte avanzate, come il rilancio del Comitato interministeriale per le politiche urbane (Cipu), e per le attività di sensibilizzazione nei confronti delle istituzioni, delle imprese e della società civile. Siamo disponibili a partecipare alla progettazione di un Paese sostenibile, sia a livello nazionale sia a livello territoriale, mettendo a disposizione strumenti di misurazione e una rete senza eguali di oltre 270 soggetti della società civile impegnati per l’attuazione dell’Agenda 2030” 

Roma, 1 ottobre 2020 – Servono progetti strategici e politiche nazionali e territoriali integrate per vincere la sfida dello sviluppo sostenibile e rispondere concretamente agli Obiettivi dell’Agenda 2030. Digitalizzazione, riduzione delle emissioni, edifici scolastici e nuova didattica, periferie e rigenerazione urbana, lotta alla povertà e alle disuguaglianze e, soprattutto, coesione sociale e territoriale per ridurre le distanze tra Nord e Sud del Paese. La crisi epidemica spinge verso il cambiamento del modello di sviluppo e l’opportunità derivante dai fondi del programma Next Generation Eu, dai fondi europei della nuova programmazione 2021-2027 e da risorse nazionali, va utilizzata appieno, con una progettazione integrata di tutti i fondi. A tale scopo serve uno sforzo comune di soggetti pubblici, privati e della società civile: esponenti del Governo, delle Regioni e dei Comuni hanno chiesto all’ASviS di collaborare a progettare l’Italia del 2030, a partire dal disegno del “Piano di ripresa e resilienza” e dell’Accordo di partenariato che orienterà i fondi strutturali per gli anni 2021-2027.   

È questo in estrema sintesi il messaggio emerso stamane nel corso dell’evento “Territori come motore dello sviluppo sostenibile”, svoltosi nell’ambito del Festival dello sviluppo sostenibile in corso fino all’8 ottobre, durante il quale amministratori pubblici e privati insieme a rappresentanti del Governo, delle Regioni, delle Province e delle Città si sono confrontati sul ruolo dei territori per programmare e realizzare politiche coerenti nella direzione dello sviluppo sostenibile come disegnato dall’Agenda 2030. I ministri Boccia e Provenzano, il presidente delle Regioni Bonaccini, il presidente dell’UPI Michele De Pascale, i sindaci di Roma, Pesaro e Torino hanno espresso il loro apprezzamento per il lavoro svolto dall’Alleanza, che con oltre 270 organizzazioni aderenti è la più grande rete della società civile, impegnata anche sullo sviluppo di politiche territoriali coerenti con l’Agenda 2030 e nella valorizzazione delle buone pratiche.

“Siamo molto lieti dell’apprezzamento per le proposte che l’ASviS ha avanzato nel corso di questi anni e del lavoro di stimolo e sensibilizzazione sia a livello nazionale sia a livello locale verso politiche che avvicinino il Paese alla sostenibilità economica, sociale e ambientale”, sottolinea il Portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini. “La disponibilità del ministro Boccia e del ministro Provenzano a rilanciare il Comitato interministeriale per le politiche urbane (CIPU) nella direzione dello sviluppo sostenibile, così come la richiesta di contribuire al processo di programmazione delle risorse europee per il Mezzogiorno ci auguriamo divengano presto realtà”, ha aggiunto Giovannini. L’ASviS è stata anche invitata dal Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini a collaborare al lavoro dell’Associazione dei comuni e delle regioni europee, da lui presieduta, per spingere i territori europei a mettere in pratica l’Agenda 2030.

Tra i vari interventi dei rappresentanti di imprese, l’Amministratore delegato del GSE Roberto Moneta,si è espresso proprio sulla necessità di velocizzare il processo di transizione energetica. “Per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di diventare il primo continente a impatto climatico 0, noi del GSE abbiamo deciso di partire dai territori. Dobbiamo tenere d’occhio il fattore tempo e fare le cose meglio. Abbiamo tanti meccanismi per una transizione giusta, tanti strumenti a disposizione che impegneranno insieme Istituzioni, Amministrazioni centrali, Regioni, Comuni, Enti territoriali e noi del GSE per lo sviluppo di un modello sostenibile di quei piccoli grandi tesori che sono le nostre città”, ha sottolineato Moneta. “Grazie a un approccio ispirato alle strategie di network governance abbiamo raggiunto più del 30% dei Comuni italiani e siamo sul territorio per raddoppiare questo risultato nel 2021 con ogni risorsa, incentivo, dato, esperienza e competenza. Convinti che per dare un concreto supporto a PA, Imprese e Cittadini nel liberare il valore e il potenziale del proprio territorio, la parola d’ordine sia semplificazione, tenendo sempre alta l’asticella della qualità e della legalità”. ​

Interventi nella medesima direzione sono stati svolti anche da Domenico Arcuri, Amministratore Delegato di Invitalia, e da Luca Bernareggi, Presidente di Ancc – Coop, i quali hanno sottolineato il ruolo delle comunità locali nella transizione ad un modello di sviluppo nel segno della sostenibilità, nonché la capacità delle imprese italiane, comprese quelle del Mezzogiorno, a riconvertire le proprie produzioni a seguito della crisi sanitaria, un segnale importante di vitalità che va ora indirizzato verso una transizione ecologica e il superamento delle tante disuguaglianze che affliggono il nostro Paese.