SLAPP, UNO SCHIAFFO ALLA LIBERTÀ D’ESPRESSIONE

Chi segue IrpiMedia, testata indipendente e non profit di giornalismo investigativo transnazionale, sa bene che il destino dei fondi messi in campo dall’Europa per il piano di ripresa e resilienza sta particolarmente a cuore alla testata. Dopo la serie #Greenwashing, nata per analizzare il rischio che il contenuto “verde” di questo grande piano si riduca a mera parvenza esteriore, la redazione ha dato avvio a #RecoveryFiles, dove assieme a molti partner internazionali indaga la dimensione europea del problema, fra mancanza di trasparenza e lobbismo delle grandi aziende.

Adesso, con questa nuova serie di inchieste condotta in partnership con The Good Lobby Italia, IrpiMedia entra nei dettagli di quello che sta succedendo e succederà nel nostro Paese e fa luce su potenziali situazioni dubbie nella gestione del Recovery Fund (ben 191 miliardi stanziati dall’Europa per la sola Italia) con #LeManiSullaRipartenza.

È proprio per uno degli articoli di questa serie che un’azienda citata ha avviato contro IrpiMedia una lite temeraria.

“Chi ha deciso di chiederci i danni in tribunale, non ha nemmeno chiesto una rettifica – sottolineano da IrpiMedia – ha scelto direttamente la lunga e costosa via della causa civile. Un vero e proprio attacco alla nostra redazione, e che ostacola e mina il nostro lavoro”.

“È successo anche a noi – aggiungono da The Good Lobby – alcuni giorni fa siamo stati minacciati di diffamazione insieme ai giornalisti di IrpiMedia da parte di uno dei soggetti nominati in una puntata della nostra inchiesta sui conflitti di interessi del PNRR. Ci sono gli elementi per pensare che questo sia esempio di quelle cause bavaglio SLAPP che vengono strategicamente intentate contro qualcuno – spesso un giornalista, un attivista o appunto un whistleblower – con l’obiettivo di metterlo a tacere”.

Viene chiamata SLAPP (Strategic lawsuit against public participation) e a tutti gli effetti è come uno schiaffo, l’azione legale che un governo, pubblici ufficiali di alto rango o imprese multinazionali possono intentare contro giornalisti, associazioni, attivisti, sindacalisti, accademici per cercare di bloccare la loro attività di denuncia, intimidendoli con citazioni in giudizio e richieste di risarcimento danni talmente ingenti da spaventare chiunque. Può accadere per questioni ambientali, di corruzione, di finanza, e più in generale per qualsiasi tema di interesse pubblico.

Ulteriori informazioni su The Good Lobby

A poche settimane dalla chiusura finanziaria dell’anno, si tratta di un duro colpo che porterà le organizzazioni in tribunale e le costringerà a sostenere costi legali e dissipare risorse ed energie che potrebbero e dovrebbero essere impiegate per portare avanti l’inchiesta stessa e le nostre campagne.