SERVIZIO CIVILE, LA MINISTRA DADONE HA PERSO LA BUSSULA

Secondo Stefano Arduini la responsabile del ministero per la Gioventù invece di cercare di rimpinguare il Fondo nazionale per non lasciare a casa oltre 22mila ragazzi e invece di nominare un nuovo direttore dell’Ufficio nazionale vacante da otto mesi, sembra concentrata in una lotta inspiegabile nei confronti della Consulta, l’organismo di consultazione che riunisce i rappresentanti degli enti e dei volontari. L’articolo su Vita

Sbaglia chi pensa che nelle ultime settimane il ministro per la gioventù Fabiana Dadone abbia speso le sue giornate alla ricerca dei fondi che mancano per consentire dare copertura a quelle 22.458 posizioni di servizio civile, che, pur essendo state giudicate ammissibili, non sono state finanziate dal Governo nel bando nazionale. Le sue priorità siano altre, la prima delle quali ha tutte le sembianze di una dichiarazione di guerra al principio di sussidierietà e leale collaborazione con gli enti del servizio civile e con la Consulta nazionale, l’organismo permanente di consultazione, riferimento e confronto per le questioni concernenti il servizio civile universale. Tanto che alcuni rumors di palazzo accreditano alla stessa ministra la volontà di chiudere la stessa Consulta istituita nel 2017, considerata alla stregua di un intralcio.

L’offensiva della ministra nei confronti degli enti, che ricordiamolo sono soggetti non profit o enti pubblici e costituiscono la leva attraverso i ragazzi fra i 18 e i 28 anni possono dedicare alcuni mesi della loro vita ad attività solidali e rivolte all’interesse generale, una formidabile scuola di civismo e cittadinanza attiva, appare tanto ingiustificata, quanto inspiegabile.

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Di quali siano gli step che mancano per rendere il Servizio civile davvero “Universale” si è discusso nel corso dell’incontro organizzato da Terzjus, Vita e Cnesc, la cui registrazione è disponibile nel video di seguito.