SE VINCONO I MIGLIORI, PERDIAMO TUTTI

Come ha fatto notare il network “Borghi” relativamente alla linea A del Bando, il PNRR “rischia di non premiare la qualità delle proposte, la capacità di coinvolgimento delle comunità e dei soggetti che lavorano sul territorio. Così, secondo Angelo Moretti su Vita, il Pnrr rischia di riprendere il modello progettuale dello “squid game”: una lotta di sopravvivenza

L’intervento critico della piattaforma “Borghi” (che riunisce Legambiente, Borghi più belli di Italia, UNPLI e Touring Club), ripreso da Vita, sviscera delle evidenti criticità del sistema di sostegno ai territori da parte del PNRR e accenna alla paura generalizzata che la disillusione prenda il sopravvento sulle aspettative. L’Alleanza “Per un Nuovo Welfare” era intervenuta qualche mese fa sui limiti strutturali del Piano ed ora, dopo la partenza delle due linee di finanziamento ai piccoli borghi, andrebbe ripreso con ancora più forza di ieri il filo di quel ragionamento critico, che era stato condiviso tra l’altro dalla Rete dei Piccoli Comuni del Welcome e dell’Associazione Borghi Autentici di Italia, certamente con più urgenza.

Come ha fatto ben notare il network “Borghi” relativamente alla linea A del Bando, il PNRR “rischia di non premiare la qualità delle proposte, la capacità di coinvolgimento delle comunità e dei soggetti che lavorano sul territorio e le concrete ricadute occupazionali sul lungo periodo, innescando vere e proprie azioni di disuguaglianza che in considerazione dei criteri discriminatori, in alcuni casi utilizzati, stanno suscitando la rivolta dei territori”. Con 420 milioni di euro distribuiti in 21 piccoli comuni, distribuiti in progetti da 20 milioni di euro ciascuno, il PNRR rischia di riprendere il modello progettuale dello “squid game”: una lotta di sopravvivenza per oltre cinquemila comuni che avrebbero titolo a prendere parte alla gara, in cui solo pochissimi riusciranno ad accaparrarsi il salvadanaio enorme che pende sulle loro teste. Se la linea A andrà bene, se 21 progetti mirabolici otterranno il loro finanziamento milionario grazie alle loro competenze ed alle loro idee innovative, allora sarà aumentata la disuguaglianza tra i territori. Qualcuno morirà nel frattempo (Mattarella nel 2017 affermò che almeno 3000 municipalità erano a rischio di estinzione) ed altri, pochi, si saranno salvati, forse.

La linea B, la linea che finanzia i progetti di rete e che potrebbe supportare le progettualità di almeno 230 piccoli comuni, corregge il tiro, ma non la sostanza. Resta nella ratio dell’avviso pubblico, assolutamente ben costruito, un’impostazione culturale del “si salvi chi può” in un contesto generale di calo demografico ed abbandono progressivo di terre e di immobili, in cui anche il tentativo della Strategia delle Aree Interne sembra arenarsi in una logica da 72 riserve indiane, le cosiddette aree prototipiche, che dovevano essere l’inizio di una strategia complessiva e non certo la loro fine.

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