RIFORMA FISCALE, TERZO SETTORE A RISCHIO CHIUSURA: NON SI PUÒ PIÙ ASPETTARE

“Il limbo dentro cui è finito il pacchetto fiscale della riforma del Terzo settore mette in pericolo l’esistenza di decine di migliaia di organizzazioni. Il tempo è scaduto». «I ministeri dell’Economia e del Welfare non trovano un punto di incontro? Ormai è una questione politica e non tecnica, intervenga Draghi”.
Su Vita l’intervista di Stefano Arduini a Vanessa Pallucchi, portavoce nazionale del Forum del Terzo settore

Ha appena chiuso una conferenza stampa in cui ha dichiarato in modo molto diretto che «un pezzo di Terzo settore, rischia di scomparire se Governo e Parlamento non approveranno in via rapida il dispositivo fiscale legato alla riforma del Terzo settore». Toni ultimativi e inconsueti per l’organo di rappresentanza di un mondo che oggi comprende oltre 5 milioni di volontari, quasi un milione di lavoratori diretti per quasi 400mila enti. Parole pronunciate dalla portavoce del Forum nazionale, Vanessa Pallucchi (nello foto in primo piano, dietro di lei Maurizio Mumolo, direttore del Forum durante la conferenza stampa), che abbiamo incontrato in queste ore.

Perché quello che può apparire come un mero passaggio tecnico, il via libera del pacchetto fiscale della riforma, mette a rischio l’esistenza di decine di migliaia di organizzazioni del Terzo settore?
In questo momento siamo di fronte a un disallineamento normativo molto pericoloso: da una parte è entrato in vigore, lo scorso novembre, il registro unico del Terzo settore, dall’altra non c’è chiarezza sul quadro fiscale. Il risultato è che tante organizzazioni non sono nelle condizioni di valutare se iscriversi come organizzazioni di volontariato, come associazioni di promozione sociale o come imprese sociali. Questa indeterminatezza riguarda per esempio 22mila onlus, che perderanno questa qualifica. Ma non solo loro.

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