RECOVERY PLAN: I POSSIBILI EFFETTI SULL’ABITARE DEGLI EUROPEI

Un recente rapporto di Housing Europe mette a confronto i PNRR dei vari Stati membri indagando i possibili effetti sul settore abitativo. Due le leve prese in esame: i processi di efficientamento energetico e la creazione di soluzioni per i più vulnerabili. Ce ne parla Chiara Lodi Rizzini.

Lo straordinario ammontare di risorse stanziate dall’Unione Europea potrà contribuire anche a migliorare l’abitare, rendendo le abitazioni più accessibili per le persone e più sostenibili per l’ambiente. La ricerca “Impact of the Recovery Plans on the Social and Affordable Housing Sector”, pubblicata da Housing Europe, analizza i Piani Nazionale di Ripresa e Resilienza approvati dai singoli Stati membri in ottica comparata, indagando in particolare i possibili effetti sull’housing.

Due, in particolare, le leve. Da un lato l’efficientamento energetico, che si traduce in alloggi più vivibili e meno costosi. Dall’altro la costruzione di alloggi per i più vulnerabili. Nel complesso si tratta di investimenti per 53 miliardi di euro a livello continentale, di cui 47,2 per la riqualificazione degli edifici e 5,5 per l’accesso alla casa.

Molte risorse, soprattutto se comparate ai pochi investimenti fatti negli anni su questo fronte, ma ancora non abbastanza per imprimere una svolta alle politiche abitative europee. Secondo il Report of the High-Level Task Force on Investing in Social Infrastructure in Europe, infatti, per migliorare radicalmente la situazione abitativa da qui al 2026 dovremmo investire 342 miliardi nel settore.

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