QUALE RUOLO STRATEGICO DELLA FILANTROPIA D’IMPRESA  PER L’AGENDA 2030? PROSPETTIVE DALLA SECONDA EDIZIONE DELL’ITALIAN CORPORATE PHILANTHROPY CAMP 

Una mappatura realizzata da Assifero, individua approssimativamente 200 fondazioni d’impresa italiane, per la maggior parte costituite negli ultimi 15 anni e non tutte pienamente strutturate e/o operative. Si tratta di organizzazioni con molteplici tratti in comune ma che ancora si conoscono poco e collaborano solo occasionalmente. Quale, ad esempio, il loro ruolo nel raggiungimento dell’Agenda 2030? Quali sono i diversi tipi di allineamento strategico tra impresa madre e fondazione e quale può essere il loro impatto? Oltre al capitale finanziario, si possono attivare anche le risorse relazionali, intellettuali e intangibili di queste organizzazioni e creare valore aggiunto permanente per i territori e le comunità locali?  

È per rispondere a queste domande e aprire altrettanti fronti di discussione e confronto che più di 50 rappresentanti di questo mondo si sono riuniti per l’Italian Corporate Philanthropy Camp – Quale ruolo per le fondazioni d’impresa per l’Agenda 2030?, co-organizzato da Assifero e EVPA (European Venture Philanthropy Association) nella cornice internazionale del Business of Impact. L’iniziativa è stata ospitata da The Human Safety Net nella Casa di The Human Safety Net, al terzo piano delle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco a Venezia, edificio aperto al pubblico per la prima volta in 500 anni di storia grazie alla fondazione. 

«La filantropia strategica può e deve giocare un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo sostenibile del nostro Paese e nel raggiungimento degli obiettivi internazionali, come l’Agenda 2030. In questo contesto, le fondazioni d’impresa hanno un grande potenziale d’impatto» afferma Chiara Boroli, Vicepresidente di Assifero. «Possono contare e mettere a disposizione delle organizzazioni che supportano e con cui collaborano non solo risorse finanziare ma capitale intellettuale, relazionale e intangibile. E l’Italian Corporate Philanthropy Camp ambisce ad attivare i singoli enti e il sistema più allargato in questa direzione. Assifero si pone quindi, da sempre, al fianco delle fondazioni d’impresa in questa sfida attuale della sostenibilità, consolidando una comunità eterogenea, arricchendone le competenze, incentivando processi di apprendimento e scambio che facilitano l’incubazione di buone pratiche e moltiplicano l’impatto collettivo».  

Tra gli obiettivi della giornata: rafforzare la comunità di pratica tra fondazioni corporate italiane; ampliare lo scambio di informazioni; accelerare i processi di apprendimento e di capacity building e innescare condizioni abilitanti per una maggiore collaborazione e impatto collettivo. 

«Assifero lavora ogni giorno per promuovere un sistema filantropico italiano più visibile, informato, connesso ed efficace, capace di lavorare in sinergia e nutrirsi vicendevolmente con la filantropia europea e globale. E l’Italian Corporate Philanthropy Camp è uno esempio in questa direzione.” ricorda Carola Carazzone, Segretaria Generale di Assifero e Vicepresidente di Philea.  “L’iniziativa si innesta infatti nel solco tracciato dalle organizzazioni di supporto alla filantropia a livello europeo: prima con l’ECFKE (European Corporate Foundations Knowledge Exchange)  promosso da Dafne (oggi Philea- Philanthropy Europe Association) e ospitato da Assifero a Palermo nel 2018, poi con il C Summit (European Corporate Philanthropy and Social Investing Summit), mutato oggi in Business of Impact, promosso da e con EVPA e tornato quest’anno in Italia. A tutte le edizioni Assifero ha guidato la partecipazione di una delegazione italiana nella convinzione che le fondazioni d’impresa del nostro Paese beneficino fortemente da questi scambi internazionali, che accelerano i processi di apprendimento e facilitano le collaborazioni. Se queste organizzazioni sapranno accogliere la complessità della società in cui viviamo e continuare a riflettere sul loro potenziale unico in un contesto internazionale, potranno certamente giocare un ruolo chiave per lo sviluppo sostenibile, equo e inclusivo della nostra società e il raggiungimento dell’Agenda 2030».