PERCORSI DI WELFARE PARTECIPATO: COMUNITÀ A TUTELA DEI PIÙ FRAGILI

Grazie al sostegno di Fondazione MPS, a Siena è nato il progetto Comunità Solidali promosso da ARCI e dall’associazione Corte dei Miracoli. L’iniziativa, che ha coinvolto il tessuto sociale del quartiere di Ravacciano e di alcune aree del centro storico, ha portato allo sviluppo di servizi di portierato sociale, raccolta alimentare e micro-credito. Un esempio di come si possano costruire modalità nuove per affrontare i bisogni emergenti di chi è stato più colpito dalla pandemia.

La pandemia ha avuto un impatto soprattutto sugli “ultimi”. Come vi abbiamo raccontato a più riprese nel corso degli ultimi due anni, gli effetti economici e sociali della crisi sanitaria sono stati infatti peggiori per le persone già in difficoltà.

Per questo, le organizzazioni che si occupano di sostegno e contrasto alla povertà stanno sperimentando varie soluzioni e vari progetti per rispondere efficacemente ai nuovi bisogni emersi con il Covid-19. Molte di queste realtà, in particolare, stanno cercando di collaborare per fare rete, unire le forze e creare nuovi servizi.

Un esempio interessante di questa dinamica arriva da Siena dove, grazie al bando Riesco, la Fondazione MPS ha sostenuto una serie di progetti per rafforzare e innovare il Terzo Settore. Tra questi c’è Comunità Solidali, un intervento che ha cercato proprio di dar vita a nuove forme di intervento a sostegno dei più fragili coinvolgendo alcune comunità della città di Siena.

Costruire una comunità di pratica per il welfare territoriale

Come avvenuto anche per i progetti Gioia e Spazio DirSI, l’iniziativa ha coinvolto un partenariato di associazioni del territorio senese. Le organizzazioni capofila sono Arci Siena e l’associazione culturale e di promozione sociale Corte dei Miracoli 1.

Si tratta di realtà che operano principalmente nel contesto del quartiere di Ravacciano, un’area residenziale del Comune di Siena e nella zona di Porta Romana. Queste sono aree abitate prevalentemente da persone anziane e studenti universitari, ma anche da soggetti con fragilità socio-culturali e a rischio di isolamento sociale e relazionale.

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