PACCHETTO FISCALE E REGISTRO UNICO: IL GOVERNO PRONTO A SBLOCCARE LO STALLO

Il consulente del ministro Orlando ci scrive dopo la nostra richiesta di spiegazioni sui ritardi nell’attuazione della riforma del Terzo settore (vedi articolo del presidente di Terzjus Lugi Bobba nelle correlate): “L’apporto autonomo e qualificato dell’insieme degli enti non sarà visto come ancillare, o peggio residuale, nella messa a terra dei progetti e delle molte risorse che ci troveremo a gestire nei prossimi anni, per questo a tutti è chiesto uno sforzo straordinario che ricalibri il proprio ruolo nella società”

Il completamento della Riforma del Terzo Settore arriva in un momento storico per il nostro Paese: l’attuazione dei progetti previsti nel PNRR, il varo del Social Economy Action Plan, la Programmazione dei Fondi strutturali.

Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali (in foto la sede di via Fornovo, ndr.) è impegnato affinché, definito l’impianto delle regole che ridisegnerà il mondo degli enti del Terzo Settore, si possa squadernare concretamente e in tutto il territorio nazionale una stagione nuova nel consolidamento, ridefinizione e rilancio della qualità della vita nelle nostre comunità. Le parti più innovative e promozionali della Riforma, a partire dal sistema di relazioni tra la Pubblica Amministrazione e gli ETS regolato dal Titolo V del Codice del Terzo Settore e confermato dalla sentenza n. 131/2020 della Corte costituzionale, dovranno rappresentare il terreno avanzato di innovazione per il Pubblico e per l’insieme dei Soggetti dell’Impresa Sociale, del Volontariato, della Promozione Sociale, degli Enti di Promozione Sportiva.

La Riforma non può e non deve essere vista come un mero insieme di adempimenti, ma piuttosto come un’opportunità, tanto più dopo la fase pandemica, per costruire/ricostruire comunità accoglienti e solidali, facendo dell’economia sociale un protagonista non residuale della ripresa economica. Più volte si è detto che nel ridisegnare un modello di sviluppo che si poggia su un forte investimento di Risorse pubbliche, non possiamo tornare su binari che hanno portato alla creazione di sacche di esclusione nelle città e crescita di disuguaglianze. Questo principio sarà la nostra guida. L’apporto autonomo e qualificato dell’insieme degli enti del Terzo settore non sarà visto come ancillare, o peggio residuale, nella messa a terra dei progetti e delle molte risorse che ci troveremo a gestire nei prossimi anni, per questo a tutti è chiesto uno sforzo straordinario che ricalibri il proprio ruolo nella società. L’innovazione richiesta arriva e dovrà essere praticata da tutti.

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