NFT, ARTE E FILANTROPIA: UN NUOVO MODELLO DI FUNDRASING DIGITALE?

Parte del Terzo Settore italiano guarda con interesse alle opportunità offerte dai Non Fungible Token. Ma occorre conoscere a fondo questo mondo, fatto di luci e ombre, per poter realizzare iniziative efficienti e sostenibili. Ne parla Paolo Riva nell’inchiesta di Percorsi di Secondo Welfare per Buone Notizie

La nuova frontiera del fundraising digitale per gli enti del Terzo settore? Potrebbe essere racchiusa in tre lettere: Nft. Lo scorso anno è cresciuto in maniera sproporzionata, arrivando a generare un giro di affari di circa 40 miliardi di dollari. Un entusiasmo enorme che, secondo la direttrice dellOsservatorio Blockchain del Politecnico di Milano Valeria Portale, “ha spinto anche molti attori non profit a guardare a questa tecnologia“.

Cosa sono gli NFT?

La sigla Nft sta per Non fungible token, un certificato che identifica in modo univoco un prodotto digitale di qualsiasi tipo, da un’opera d’arte vera e propria a un video o una foto, una copertina o un murales. Questi certificati vengono acquistati su dei mercati digitali grazie alle criptovalute e sono legati alla blockchain, un registro digitale condiviso in cui si tracciano le transazioni di da ti in modo che non possano venire alterati.

L’articolo completo su secondowelfare.it

Gli NFT hanno aperto nuove opportunità di investimento in campo artistico che interessano anche il Terzo Settore, ma generano anche un effetto molto negativo sull’ambiente. Ora però sul mercato digitale sta prendendo piede un’alternativa più sostenibile. L’articolo di Giulia Greppi